Le notizie dal fronte dell'Ebola mettono paura, non c'è una cura e nessuna certezza sul farmaco Zmapp anche se un medico americano è guarito grazie ad essoLa Russia, dal canto suo, sta realizzando ricerche in laboratorio, ma al momento sperare in una cura farmacologica non è possibile. Anche le modalità di contagio via area vengono confermate e poi smentite perché ci sono dubbi. Se non si riesce a bloccare il virus con la metodologia medica ci si chiede a questo punto perché non puntare sulla prevenzione e con un piano di isolamento dei malati?

La quarantena di coloro che sono affetti dal virus nelle zone africane in cui la malattia è esplosa, diventa ogni giorno di più l'unica soluzione che bloccherebbe in modo totale l'avanzo del contagio. Chi va in quelle zone oggi è un irresponsabile eccezione fatta per i medici e il personale sanitario che vanno lì per curare i malati, correndo un rischio altissimo. I viaggi in Africa a questo punto andrebbero vietati a tutti tranne che ai volontari ma specializzati, l'aiuto di personale non preparato è altamente rischioso per loro stessi e per gli altri.

Ascolto e sostegno è necessario a medici e a malati, se fino ad oggi andare e venire da Guinea, Sierra Leone, Liberia (che pare a breve sarà fuori pericolo) e da altre zone focolai del virus è stato possibile adesso sembra assurdo che sia liberamente attuabile.

A Matrix in una puntata sulla questione Ebola si è detto che molti malati non si recano dai medici ma vanno dagli stregoni quindi ci sono malati o contagiati o portatori sani a piede libero.

Quini i malati non sono solo nei campi ospedalieri anche perché a volte per mancanza di posti si rimandano indietro i contagiati. Al solo personale medico va accordato un pass senza limiti, eppure proprio ai medici a volte non è permesso di recarsi in Africa come il caso dello staff che non ha ottenuto subito l'aspettativa richiesta a tal fine.

Non va sottovalutata la capacità e la preparazione del personale che va in quelle zone dev'essere altamente preparato e all'altezza del compito quindi accorrere senza esserne capaci non è proprio il caso. La soluzione per evitare il contagio è più semplice di quanto si creda e sta nel divieto di uscire dai territori interessati al contagio, perché non è stato fatto? Gli scambi internazionali attualmente da quel che si sente dire sono facili e i viaggiatori occasionali sono coloro che rischiano di diffondere la malattia, quindi sono necessari rigidi controlli anche per chi si reca nelle zone limitrofe a quelle dei luoghi del contagio.

L'unica cura vera esistente oggi è evitare che il contagio continui, lo si può fare tramite il controllo di accessi e uscite per l'Africa, non si tratta di isolare ma di controllare la viabilità e se è il caso impedire gli spostamenti. Le cure in sede invece andrebbero potenziate e coloro che si occupano di dare informazioni casa per casa devono stare molto attenti perché pur essendo indispensabili potrebbero contrarre la malattia. Anche le foreste che sono il luogo da dove è partito il virus, proprio perché non si sa la contagiosità degli animali, andrebbero evitate, niente andrebbe lasciato al caso e tanti fattori non vanno sottovalutati, ma spesso capitano errori come è successo anche in Texas dove c'è stato un contagio tra gli infermieri. La prudenza in questo caso non è mai troppa.