La frase 'felice come un Pasqua' ritorna di attualità in questo periodo, ma nella credenza cristiana per cosa veniva utilizzata questa espressione? Quest'espressione era più usata una volta, quando si usciva da una dura Quaresima e finalmente ci si poteva saziare. Eppure la felicità che coincide con la Pasqua non è questione di cibi e nemmeno si limita a un giorno. È quella speranza di serenità interiore, di pace, di abbandono, che infonde in noi una pregustazione del Paradiso. Anche nella sofferenza il cristiano non è abbandonato dalla gioia: è in comunione con il Crocifisso risorto.

Proprio perchè la gioia del Risorto accompagna ogni cristiano bisogna a sua volta predicare la stessa gioia verso un mondo triste, avvilito e disperato. Questo per i cristiani non significa andare a tenere discorsi, bensì di portare le proprie testimonianze.

Don Sandro Valentini interpellato su questi significati ha affermato che a suo parere i cristiani peccano di falsa modestia e si ritengano incapaci di qualsiasi apostolato, mentre un apostolato che comporti un sorriso è possibile a tutti, rischiando anche di essere presi per pazzi in questo mondo avvolto da un coltre di tristezza. Tutti i cristiani dovrebbero imporsi la penitenza di sorridere, continua Don Valentini, e spesso all'esterno manteniamo questo fare cordiale, ma è in casa dove ci chiudiamo in un mutismo rivoltante.

Dove invece bisognerebbe pensare a sorridere a figli, parenti e agli amici ascoltandoli e facendosi coinvolgere nei loro discorsi.

Pensiamo ad esempio se un disperato ragionasse sul fatto che qualcuno gli ha sorriso: potrebbe ritrovare confidenza in sè stesso, cambiando il cammino della sua vita, portandolo ad una sorta di risurrezione pasquale che ha poi portato alla creazione della frase "Felice come una Pasqua". La Pasqua è infatti una delle più importanti festività cristiane, essa celebra, secondo tutte le confessioni cristiane, la risurrezione di Gesù, che avvenne nel terzo giorno dalla sua morte in croce, come riportato dalle Sacre scritture.

La data della Pasqua, varia di anno in anno a seconda dei cicli lunari: cade infatti la domenica successiva alla prima luna di primavera, determina anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, dei periodo precedenti come la Quaresima e la Pentecoste.