"La mia libertà finisce quando comincia la vostra." Così parlò Martin Luther King, non a caso premio nobel per la pace; ma la frase non deve appartenere agli aforismi preferiti di Elton John il quale non ha preso affatto bene le esternazioni di Dolce e Gabbana in materia di famiglia. E dire che stiamo parlando di soggetti che, oltre ad avere in comune un orientamento sessuale, hanno in comune il fatto di avere un conto in banca ragguardevole, anche se quello di Dolce e Gabbana subirà certamente un contraccolpo vista la campagna di boicottaggio lanciata dalla popstar inglese.

Siamo di fronte a una querelle imbarazzante di "bambini viziati" che tuttavia ha un risalto mediatico potente e mette in evidenza come il rispetto delle altrui opinioni è sindacabile a seconda degli interessi che va a toccare. Un'affermazione simile a quella di Dolce e Gabbana era stata espressa da Barilla un po' di tempo fa e la conseguenza fu un crollo delle vendite sul mercato americano. E in molti si sono scomodati a tirare in ballo i diritti civili se non addirittura i diritti umani. Eppure non assistiamo al boicottaggio del petrolio arabo, soprattutto quello proveniente dai paesi che più o meno indirettamente sostengono l'Isis, quando questa compie gravissime violazioni dei diritti umani.

Qualcuno obietterà che si sta parlando di due cose completamente diverse, e invece sono molto più simili di quanto si pensi. Perché  innanzi tutto stiamo parlando della libertà di opinione delle persone e, per quanto qualcuno se lo sia scordato, la fecondazione assistita e l'utero in affitto rientrano ancora tra i temi etici a cui molte persone sono sensibili per questioni legate alla fede, o semplicemente ad una propria integrità morale e ciò rientra nella libertà di pensiero.

L'attacco sferrato da Elton John è risultato drammaticamente violento soprattutto per il seguito che ha avuto, e polverizza in un hastag l'affermazione attribuita a Voltaire "Non sono d'accordo con quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo". E pur se stiamo parlando della querelle tra bambini viziati a cui è stato rotto il giocattolo d'oro, non si può negare che quegli stessi personaggi rappresentano uno status dell'occidente sedicente libero e democratico,ergo se l'affermazione dei diritti civili deve passare per l'imposizione violenta e la censura, allora stiamo sbagliando strada e di grosso.

E se qualcuno pensa che io stia esagerando cito il caso meno noto ma più grave di Brendan Eich, per soli dieci giorni direttore esecutivo di Mozzilla e invitato a dimettersi  dal suo ruolo dalla stessa Fondazione Mozzilla che lo aveva nominato, su pressione della lobby GBLT la quale aveva segnalato il fatto che Eich, qualche anno prima, aveva sostenuto un referendum contro le nozze gay in California.

La domanda ora è: dove finisce la libertà? E come si può convivere con opinioni diverse? Sembra quasi che, sdoganati dal costume (e dal consumo) gli esponenti della cultura gay gridino vendetta dopo anni (secoli) di vessazioni. Eppure proprio loro si erano mossi in nome della libertà di espressione, quella stessa libertà che, pur con diatribe social e da bambini viziati, ora si trovano a calpestare.