Rivolgendo uno sguardo al mondo della Scuola ci si accorge che ancora oggi i professori italiani devono subire troppi torti dalla politica scolastica, sorda e cieca di fronte alle continue ed incessanti lamentele degli stessi lavoratori della scuola.Facciamo un po' di chiarezza.

Cosa succedeva prima della Riforma Gelmini

L'ex Ministro Mariastella Gelmini - come ricordiamo - nel lontano 2008 abolì le 'ore a disposizione' degli insegnanti e trasformò tutte le 18 ore settimanali in ore frontali, cioè ore da svolgere nelle proprie classi attraverso lezioni frontali.

A questa situazione si accompagnò - come ricordiamo - una forte riduzione del Fondo di Istituto, cioè il fondo relativo al pagamento delle ore eccedenti destinatealle supplenze. Ironia della sorte: invece di aumentare il FIS per le supplenze, vista l'abolizione delle ore a disposizione, le risorse destinate al fondo anzidetto stranamente e inspiegabilmente diminuiscono.

Le ore a disposizione

Per chiarire meglio il concetto facciamo un esempio concreto. Un insegnante della Scuola Secondaria di Primo Grado di Educazione Artistica, prima della Riforma Gelmini, svolgeva 18 ore settimanali così distribuite: 2 ore da espletare in 8 classi + 2 ore a disposizione, destinate cioè all'eventuale sostituzione diun collega assente.

In pratica, le ore a disposizione erano retribuite dallo Stato e servivano all'insegnante sia per le supplenze interne che per il ricevimento delle famiglie degli stessi alunni, durante l'orario diurno curricolare. Dal 2008 in poi taliore, disponibili per le supplenze, vengono del tutto eliminate, in virtù della cosiddetta spending review.

Il vantaggio per il MEF è stato indubbiamente un elevatorisparmio economico ai danni dei soliti insegnanti, i quali sono diminuiti di numeroabbondantemente,proprio per la natura della modifica normativa anzidetta. Di contro il numero dei colleghi assenti è sempre rimasto costantefino adoggi.

Cercasi supplente disperatamente

Vedendo diminuire sempre di più le risorse economiche destinate al pagamento delle supplenze, molti insegnanti iniziano a rifiutarsi di svolgere la sostituzione, vista anche la sua 'non obbligatorietà'.

Per questo motivo moltiIstituti scolastici, infatti, negli anni 2009 e 2010 si sono trovati costretti a posticipare o ad anticipare gli ingressi e le uscite degli studenti. Il motivo di questa situazione? Perché non si trovavano più gli insegnanti disponibili a coprire le assenze dei colleghi attraverso le ore eccedenti, poco retribuite o del tutto gratuite. Addirittura, si è anche a conoscenza di alcuni docenti,i quali attendono ancora oggi il pagamento degli emolumenti relativi agli anni 2009 - 2010. Alcuni di questi insegnanti hanno dovuto persino anticipare le spese legali per richiedere ufficialmente i rimborsisulle somme loro dovute.

Questo meccanismo ha prodotto in questi anni una difficoltà oggettiva per molti Dirigenti Scolastici, i quali invece di protestare animatamente con i vari Governi, contro una norma sbagliata e poco adeguata allo stato reale dei fatti, hanno escogitato ulteriori azioni vessatorie nei confronti dei loro 'colleghi' subalterni.

Questi ultimi infatti si sono trovati costretti a dover effettuare le supplenze, attraverso piccoli ingegnosi espedienti come per esempio l'unità oraria di 59 minuti, la quale permette di cumulare ben 18 minuti a settimana, moltiplicati per 33 settimane diventano ben 10 ore circa annuali da restituire alle rispettive classi. Queste ore di fatto verranno restituite da ogni singolo docente sotto forma di supplenze contrattualizzate ma non retribuite. Questa è la dura verità che aleggia nella scuola italiana. Gli insegnanti dicono basta a questo sopruso e propongonoapertamente di denunciare eventuali casi lesivi dei loro diritti in qualità di lavoratori della scuola pubblica,spesso considerati alla stessa stregua dei poveri raccoglitori di pomodori delle campagne pugliesi.