Dopo le Elezioni politiche della scorsa domenica, lo scenario politico italiano risulta assai instabile e nessuna coalizione o partito è in grado di avere la maggioranza assoluta in parlamento. L'unica strada percorribile per dare all'Italia un nuovo governo è quella dei gemellaggi politici. Partiti - con programmi politici a volte molto lontani, altre volte, invece, molto più simili di quanto si creda - che si prendono per mano e dinanzi al presidente della Repubblica Mattarella si propongono come nuova guida del Paese.

La data di creazione del nuovo governo e i possibili cambi di casacca

Il 25 Marzo conosceremo le sorti del Paese. In questa data, infatti, tutti i parlamentari comunicheranno il proprio gruppo di appartenenza e pare che ci saranno delle vere e proprie sorprese. I primi che potrebbero non sedersi nemmeno per un minuto nelle file in cui sono stati eletti sono i grillini espulsi dopo lo scandalo ormai noto come Rimborsopoli. Ma potrebbero non essere gli unici. Nella coalizione di centro-sinistra, a sostenere Renzi, ci sono state due donne: l'ex ministro della salute uscente Beatrice Lorenzin e la radicale Emma Bonino col suo +Europa. La Lorenzin, infatti, nasce come donna di centro-destra e vi si riconosceva fino alla dissoluzione dell'NCD di Alfano.

La Bonino, invece, non può definirsi una donna di sinistra "pura". Basti pensare che Panella - suo collega di partito e di mille battaglie - solo qualche anno fa sostenne attivamente la candidatura a premier di Berlusconi.

Gli unici governi possibili

Al Senato per avere la maggioranza assoluta occorre avere ben 158 seggi. Ad oggi nessun partito né coalizione ne ottiene così tanti.

Per mancanza di numeri è irrealizzabile la più facile delle alleanze, ossia Pd-Forza Italia: i 48 i seggi del Pd sommati con i 51 di Forza Italia fanno 99 seggi in totale. Non basterebbero. I numeri, invece, per un accordo tra M5s e Partito democratico ci potrebbero essere, anche con LeU a rendere così più solida la maggioranza.

In questo caso si avrebbe: 48 i seggi il Pd, 112 il Movimento 5 Stelle e 8 quelli di Liberi e Uguali: la somma fa 168. Si avrebbero così i numeri della governabilità, seppur garantita da una maggioranza assai risicata. Si avrebbero, infatti, solo 10 deputati in più rispetto alla soglia minima richiesta. Questa soluzione pare però molto impraticabile. Da una parte c'è lo spirito di "purezza" dei 5stelle, dall'altra, il quasi ex segretario del PD, Matteo Renzi ha sbarrato qualsiasi possibilità di sostegno ad un qualsiasi governo con Di Maio. E non è un caso che il leader del PD affiderà le sue dimissioni a Matteo Orfini solo dopo il 25 Marzo, ossia a governo ormai creato. L'ultima opzione rimasta è quella della formazione di un governo anti-europeista con protagonisti Di Maio, Salvini e la Meloni: la Lega avrebbe 57 seggi, Fratelli d'Italia 16 e 112 i grillini e si avrebbe, così, una maggioranza costituita da ben 185 deputati.

Governo che si creerebbe, tuttavia, anche se la leader di FdI si defilasse.

Alla Camera la situazione non è molto diversa, soprattutto perché i risultati usciti dalle urne sono molto simili nelle due Camere. In questo caso la maggioranza assoluta cresce e si arresta a quota 316 seggi. Un governo PD-FI non è realizzabile per mancanza di numeri: ai 94 seggi del partito di Berlusconi si sommerebbero soltanto i 135 del Pd e la somma è 229. La coalizione M5S-sinistra porterebbe ad avere 377 deputati nella maggioranza con i 226 seggi dei grillini, i 135 del Pd e i 16 di Leu . Nel caso invece di maxi-coalizione M5S-cdx si avrebbero ancora 377 seggi in totale: 123 leghisti, i 28 di Fratelli d'Italia e i 226 dei pentastellati.

Anche al senato senza la Meloni si avrebbe lo stesso la maggioranza.

Non impensabile, ma tutt'altro, un governo di scopo, al fine di creare una nuova legge elettorale che permetterebbe la governabilità del Paese nelle prossime elezioni e la stabilità politica quindi. Di più difficile realizzazione un governo di unità nazionale.