Due anni dopo saremo ancora lì, chi davanti alla tv e chi all'Olimpico, per piangere tutti insieme. Dopo Francesco Totti se ne va anche Daniele De Rossi, l'ultima bandiera di un calcio che non esisterà più. Lui è il migliore di tutti noi, è il calciatore normale che è andato oltre ogni limite per amore della propria squadra. Daniele De Rossi era, è e sarà davvero il cuore della Roma perché per lei ha superato i limiti umani.

Per lei ha giocato con gli infortuni, per lei ha dato tutto fino all'ultima goccia di sudore, per lei è stato sempre l'ultimo ad arrendersi.

Dopo 18 anni e 615 battaglie, che dovrebbero diventare 616, 16 come il numero di una maglia che è diventata seconda pelle per la vita, se ne va il guerriero del popolo.

Non ci sarà mai un altro Francesco Totti semplicemente perché era qualcosa di divino, quasi lontano da noi che lo abbiamo sempre venerato oltre ogni modo, ma non avremo mai più neppure un guerriero come il biondo di Ostia. Daniele De Rossi è quello di noi che col lavoro e senza un talento divino è riuscito a diventare capitano della squadra di cui è sempre stato tifoso fin da bambino. Daniele De Rossi è il capitano capace di segnare all'ultimo secondo e di farsi uscire la vena dal collo, quella vena che ogni tifoso fa uscire in Curva Sud ad un gol della sua "maggica".

Lui è uno di noi, è l'essenza dei sogni.

Nessun confronto

Non c'è bisogno di fare confronti tra queste due leggende, perché entrambi hanno donato una carriera al loro amore per la Roma. C'è bisogno di ricordare però ogni giorno che più che tutti Francesco Totti siamo tutti Daniele De Rossi, siamo tutti tifosi romanisti pronti a morire in campo per la propria maglia senza alcun talento ma capaci di dare il sangue per lei.

Noi sugli spalti, lui sul rettangolo verde. Un sacrificio e un amore che avrebbero meritato di poter alzare un trofeo con la fascia al braccio, anche se con Francesco Totti in campo i capitani erano sempre stati due. Francesco e Daniele, due carriere bellissime percorse quasi in sincrono uno accanto all'altro. Siete stati i Batman e Robin della Roma, siete stati un unico cuore e dobbiamo dirvi grazie oggi più di ieri.

Nel calcio di oggi è così raro trovare una bandiera, i tifosi della nostra epoca sono i più fortunati perché ne hanno avute due. Con l'addio di Daniele De Rossi si conclude il periodo più bello della storia della Roma, un periodo fatto di uno scudetto e delle notti europee come quella col Barcellona. Quella notte in cui Daniele da tifoso e capitano ci ha creduto dal primo all'ultimo minuto calciando quel rigore decisivo. Col cuore, come sempre, perché solo un vero romanista quella notte poteva crederci. Lui da vero romanista ha creduto di poter donare davvero una carriera alla Roma e lo ha fatto. Siamo pronti a vivere un altro giorno che avremmo voluto non arrivasse mai e stavolta non ce lo aspettavamo, c'era ancora tempo per soffrire e far uscire quella vena per un po'.

Francesco Totti se n'è andato oltre i limiti del tempo, Daniele no e questo sarà il rimpianto più grande per noi e lui dato che non lo vedremo mai alzare quell'ultimo trofeo con la fascia al braccio.

Ora solo onore, stendardi e lacrime per lui. Stavolta saranno lacrime più umane, con la consapevolezza che se ne va davvero il cuore più umano e vero della storia della Roma.