Nella seconda parte dell’intervista a Cosimo Ferri, parlamentare di Italia Viva, parliamo di sanità e Salute pubblica in Toscana e nella provincia di Massa-Carrara e di come lo sviluppo e il finanziamento delle eccellenze locali e della medicina del territorio debbano essere i punti di riferimento per il futuro dell’area, soprattutto nel corso di questa pandemia.

In che modo la Covid ha colpito la vostra provincia e quali secondo lei sono stati i punti deboli su cui si dovrebbe migliorare per affrontare i nuovi picchi di contagi della pandemia?

Purtroppo la nostra provincia è stata molto colpita durante la pandemia di coronavirus. Il sistema sanitario regionale ha tenuto bene, con grande professionalità.

E quindi posso dire c’è stata una risposta ottima e veloce: per questo devo ringraziare gli infermieri, i medici, il personale ausiliario, le associazioni di volontariato, e tutti coloro che hanno contribuito alla tenuta di un sistema pubblico che si è dimostrato una eccellenza. Ovviamente quella di Massa e Carrara è una provincia con molti anziani e quindi questo comporta anche maggiori difficoltà. Sono nati diversi focolai, anche in alcune Rsa: maggiore quindi deve essere l’attenzione del servizio pubblico nel proteggere questi presidi.

Tuttavia devo dire che il sistema ha tenuto e la medicina territoriale e gli ospedali hanno funzionato: per questo dobbiamo continuare con il finanziamento del servizio pubblico, integrandolo con chi investe con professionalità nei servizi privati di qualità, e creare una maggiore integrazione tra l’assistenza territoriale e quella ospedaliera.

I numeri sono in aumento in tutta la provincia e nella regione. Massa-Carrara è pronta per un possibile aumento dei casi in autunno e inverno?

Sì. Abbiamo dimostrato di avere gli anticorpi per superare le criticità. Il sistema comunque può essere migliorato investendo sia sulla prevenzione che nelle cure. Proprio per questo dobbiamo investire sia negli ospedali che sui piccoli presidi territoriali.

Dobbiamo inoltre creare una rete che porti avanti anche i progetti di telemedicina, che consentano ai medici di svolgere un’attività importante sul paziente anche a distanza, soprattutto nella fase della diagnosi. Per quanto riguarda la Lunigiana e la Garfagnana, rientrano in un progetto europeo importante che è stato sbloccato in questi mesi che riguarda le aree interne, che dà possibilità concrete per sviluppare questi progetti e per valorizzare e collegare nel modo migliore queste aree.

Parliamo di ospedali. Quale posizione porterete avanti sull’ospedale Monoblocco di Carrara e sull’ipotesi di costruire un nuovo edificio?

Noi vogliamo recuperare e valorizzare il Monoblocco. È una infrastruttura che ha una sua tenuta sismica, su cui devono essere fatti tutti i rilievi ma che va sviluppata.

Credo sia fuori luogo parlare di una nuova struttura a Carrara, dobbiamo infatti valorizzare quella che abbiamo, cercando di usarla senza depotenziarla. Peraltro tutta la attività che in questi anni medici e infermieri stanno svolgendo all’interno del Monoblocco ha portato a dei risultati straordinari. Dobbiamo difendere, tutelare e sviluppare i presidi ospedalieri che esistono sul territorio. E mi riferisco agli ospedali di Pontremoli e Filacciano, il Monoblocco di Carrara e ovviamente al Noa di Massa, strutture che hanno grandi potenzialità e professionalità e che devono essere collegate nel migliore dei modi alla medicina territoriale e a una eccellenza come quella dell’ospedale pediatrico Apuano.

La regione Toscana deve fare tesoro di queste realtà e pensare a tagliare gli sprechi e non i posti letto e i reparti.

Crede sia un buon modello quello di una sanità mista, pubblica e privata parificata?

Noi siamo per sviluppare un modello che salvaguardi il pubblico ma che investa anche nella sanità pubblica privata. Abbiamo delle eccellenze come l'Anffas, la Don Gnocchi e l’Aias che nelle loro specificità dimostrano di portare un sostegno fondamentale al pubblico.

Qual è l’approccio per creare un sistema che sfrutti al massimo queste due ricchezze?

Noi crediamo che la via da seguire sia quella della medicina territoriale, dello sviluppo di modelli come quelli già esistenti nel territorio, perché quando le attività funzionano possono aiutare il pubblico portando dei vantaggi ai cittadini e riducendo anche le liste d’attesa che rimangono una seria criticità.

Infatti dobbiamo assolutamente azzerare liste di attesa lunghissime che costringono il cittadino a peregrinare lungo la regione per effettuare un esame o una visita: è successo che un cittadino di piombino è stato mandano a fare la radiografia a Pontremoli e viceversa. Quindi se volessimo riassumere: sì a un modello misto pubblico privato, investendo nel pubblico ma non soffocando tutte le iniziative private, ma anche salvaguardando le strutture che ci sono. Inoltre nel nostro territorio esiste un’eccellenza come quella l’Ospedale Pediatrico Apuano, i cui risultati sono davvero straordinari.

Il centrodestra parla di decenni di malasanità. Voi come rispondete?

Casi isolati ci possono essere sempre ma il nostro sistema è efficiente e garantisce i cittadini.

Parlare di malasanità in modo così generico lo ritengo una accusa ingiusta e uno slogan elettorale non mi sembra corretto nei confronti di tanti operatori che sono in prima linea e lavorano con serietà. La sanità Toscana ha grandi eccellenze che non possono essere mortificate con questi slogan che respingo fermamente. È evidente però che non ci si debba mai adagiare ma si debba lavorare tutti insieme, maggioranza e opposizione, per migliorare e superare le criticità che ci possono essere.