Nell'ambito della salute mentale ambito viene definito "stigma" il pregiudizio di cui soffre chi ne è affetto, finendo con l'essere considerato "diverso" dagli altri.

Si definisce salute mentale uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive ed emozionali, avere un ruolo all'interno della società, rispondere alle proprie esigenze nella vita quotidiana, stabilire delle relazioni con gli altri e gestire i propri conflitti, compresi quelli interni.

È lecito chiedersi da dove derivino tutte queste etichettature, che di fatto non giovano agli individui interessati, costringendoli a chiudersi sempre più in se stessi, riscontrando delle enormi difficoltà nell'esprimere il proprio malessere con l'obiettivo di farsi aiutare.

Dall'ansia, passando per la depressione, fino ad arrivare ad altri tipi di disturbi quali bipolarismo, ossessivo compulsivo, borderline, quello schizoaffettivo e quello schizofrenico, possono influenzare enormemente la quotidianità dell'individuo, portandolo in alcune circostanze, a chiudersi in sé stesso, con la paura e la vergogna di chiedere aiuto.

Le cause che portano a etichettare chi soffre di malattie mentali sono diverse

Per quanto riguarda gli elementi che possono favorire lo stigma verso chi soffre di malattie mentali si possono identificare diversi fattori. Il primo riguarda la mancanza di conoscenza da parte di chi giudica, spesso alimentata dai mezzi di informazione, i quali spesso enfatizzano, nei fatti di cronaca nera, il disturbo del soggetto favorendo così l'errata associazione tra questi avvenimenti e le malattie mentali.

Un altro fattore che influenza lo stigma è l'emarginazione dei malati: è sì vero che la Legge Basaglia del 1978 ha stabilito la chiusura dei manicomi a favore dell'apertura dei centri ambulatoriali, ma è anche vero che molto spesso le famiglie si trovano da sole a fronteggiare questi tipi di problematiche, solo ed esclusivamente con l'utilizzo degli psicofarmaci.

Come affrontare e superare questo stigma?

Delle malattie mentali è fondamentale parlare liberamente, innanzitutto. Nascondersi è inutile, oltre che controproducente. Un altro modo per combatterle è vederle da un altro punto di vista.

Ad esempio queste patologie hanno anche dei vantaggi e dei punti a favore, come nel caso della schizofrenia e delle psicosi le quali favorirebbero la creatività, la sensibilità sociale e l'empatia.

Allo stesso modo chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo si può rivelare in molti casi una persona precisa e attenta ai particolari. Riassumendo tutto ciò potrebbe a considerare la malattia mentale come una qualsiasi altra malattia.

'Combattere' le malattie mentali nel pratico

Prima cosa da fare è senza dubbio superare la vergogna. Con un riferimento particolare ai giovani, tra i quali il 70% del disagio mentale appare entro i 25 anni. In questi casi sarà molto d'aiuto rivolgersi al medico curante, il quale indirizzerà il soggetto allo psichiatra o neurologo specializzato.

Con anche l'aiuto dei Centri di Salute Mentale, con la possibilità al loro interno di interfacciarsi con un equipe multidisciplinare completa, con psichiatri, psicologi, assistenti sociali e infermieri, si può riuscire veramente a trovare un punto di riferimento importante per la cura di questi disturbi.

Esistono poi diversi tipi di strutture quali centri diurni, appartamenti protetti e comunità terapeutiche; mentre per quanto riguarda i pazienti in una fase acuta del loro malessere possono essere d'aiuto i reparti ospedalieri. L'obiettivo principale è attuare il cosiddetto Recovery, un concetto a più dimensioni, ovvero un percorso individuale in cui il soggetto gestisce il proprio disturbo, vivendo autonomamente all'interno della società.

A tal proposito, SAMHSA (Substance Abuse and Mental Health Services Administration), succursale del Dipartimento della salute negli Stati Uniti, ritiene che il Recovery sia supportato da 4 dimensioni: capacità di gestire la propria malattia, un luogo sicuro dove vivere, attività significative nella vita quotidiana e sentirsi parte di una rete sociale.

Tutti questi fattori possono favorire la riabilitazione psichica del paziente.

Avere una malattia mentale non è una sconfitta personale

In molti casi i soggetti con malattie mentali tendono ad autoconvincersi che questo loro malessere significhi una sconfitta personale. Allo stesso tempo essi si proiettano nello sguardo dell'altro, e si vergognano di questa loro patologia. In questo modo però i soggetti devono combattere su due fronti, quello della malattia mentale che di per sé è già molto impegnativo e stressante, e quello delle reazioni dell'ambiente sociale che li circonda. Avere una malattia mentale non è una sconfitta personale.

Il primo passo verso la guarigione consiste di fatto nell'accettazione di essa. E l'essere a conoscenza del proprio malessere favorisce proprio questo processo. Per il paziente sarà infatti più difficile seguire una determinata terapia, a meno che non abbia senso anche per lui.