Roberto Saviano torna in libreria con L’amore mio non muore, in uscita il 6 maggio 2025 per Einaudi Stile Libero.

L'opera racconta la storia di Rossella Casini, una giovane studentessa fiorentina che, senza esserne a conoscenza, si innamora di un ragazzo legato alla 'ndrangheta.

Convinta che il loro amore possa cambiare le cose, Rossella decide di non guardarsi indietro e di proseguire nel proprio percorso, ma la sua fiducia si scontra con una realtà brutale. Il 22 febbraio 1981, la ragazza scompare misteriosamente a Palmi e il suo corpo non viene mai ritrovato.

Nonostante questo, viene identificata come vittima della criminalità organizzata.

Saviano trasforma la vicenda in un racconto intenso che affronta numerosi temi: il coraggio, l’ossessione, il tradimento e la speranza. L'uscita del romanzo sarà accompagnata da un tour teatrale, con tappe previste in diverse città italiane, tra cui Milano, Bologna, Torino e Roma.

La trama: una storia dimenticata che diventa universale

Saviano non si limita a raccontare la vicenda di Rossella Casini, ma la trasforma in una riflessione più ampia sulla violenza del crimine organizzato, sul peso del silenzio e sull’omertà che lo alimenta. Con L’amore mio non muore, l’autore non fa solo un atto di restituzione della memoria storica, ma un tentativo di riappropriarsi di una narrazione che la giustizia italiana non è riuscita a restituire.

L’amore, il coraggio, ma anche la solitudine e l’impotenza della giovane Rossella vengono raccontati con una delicatezza che sorprende, sebbene il tema del crimine sia sempre al centro delle opere dell'autore.

Rossella non è solo una vittima, ma diventa il simbolo di tutte quelle vite spezzate dalla mafia, di tutte quelle donne che combattono per una giustizia che raramente arriva. Il romanzo produce anche una riflessione sull’indifferenza sociale: in un Paese dove le verità scomode sono spesso ignorate, Rossella diventa un simbolo di resistenza e di speranza che non muore mai, come suggerisce il titolo stesso del libro.

Un atto di scrittura catartico e necessario

La forza dell'opera è quella di emozionare senza sacrificare la forza del racconto.

Con questo romanzo, Saviano si distacca dalla sua consueta scrittura documentaristica e si immerge in un terreno più emotivo, più intimo. La scelta di narrare in modo più personale la storia di Rossella Casini è un atto di rispetto verso la vittima, anzi tutte le vittime di mafia e le loro famiglie, ma anche un’opera di denuncia che non vuole né giustificare né condannare, ma semplicemente raccontare.

Saviano riesce a mescolare la potenza della sua inchiesta con la poesia di una storia d’amore, quella di Rossella e del suo fidanzato, spezzata dalla violenza della criminalità organizzata. La scrittura è al contempo asciutta e lirica e i dialoghi sono scarnificati, come se ogni parola fosse intrisa di dolore, ma anche di speranza.

Quello che emerge è il quadro di un’Italia che non si è mai veramente liberata dalla morsa delle mafie, ma anche il coraggio di chi, come Rossella, ha cercato di opporsi, nonostante le conseguenze. La sua morte rimane un simbolo di tutte le ingiustizie subite dalle vittime della criminalità organizzata che non hanno mai ricevuto giustizia. Saviano, in questo caso, non è solo un narratore, ma un giustiziere che ridà a Rossella una voce che le era stata negata.

Saviano non si limita a raccontare una vicenda di mafia, ma invita il lettore a riflettere su quanto sia importante ricordare. La memoria, infatti, è il mezzo più potente a disposizione per non lasciare che le ingiustizie vengano dimenticate.

Non a caso, il titolo stesso del libro, L’amore mio non muore, è un grido che si leva contro l’oblio e la dimenticanza.

Saviano dimostra ancora una volta di saper toccare le corde più profonde della società, raccontando storie che hanno bisogno di essere ascoltate, anche quando la verità è scomoda. È un’opera che scuote, che fa riflettere, e che lascia nel lettore una sensazione di ineluttabilità e speranza, insieme.