È uno dei principali tormentoni di questo nuovo governomarcato Enrico Letta. Parliamo del finanziamento pubblico ai partiti politici.Verrà abolito oppure semplicemente rimodulato? Ecco il punto della situazione.
Un po' di storia: prima di tutto è doveroso ricordare che ilfinanziamento pubblico ai partitiviene introdotto nel lontano 1974 da Flaminio Piccoli, esponente della DC.Negli anni '80 si assiste alle prime modifiche con il raddoppio deifinanziamenti e l'obbligo di pubblicazione dei bilanci di partito. Mentre nel 1993 un referendum popolare proposto dai Radicali abroga la legge.
I politiciitaliani però non mancano di fantasia e meno di un anno dopo risolvono ilproblema con un "aggiornamento" della legge sui rimborsi elettorali.
Ora il governo Lettasi è preso l'impegno di abolire definitivamente il finanziamento pubblico ai partiti e ha preparato un disegno dilegge che sarà presentato alla Ragioneria generale dello Stato che dovrà individuaretecnicamente il sistema più adatto e delineare nel dettaglio tutte le normefiscali. Il disegno di legge prevede:
- l'abrogazione delle vigenti norme sul finanziamento pubblicodei partiti;
- la definizione di procedure rigorose in materia ditrasparenza di statuti e bilanci dei partiti;
- la semplificazione delle procedure per le erogazioniliberali dei privati in favore dei partiti, ferma l'esigenza di assicurare latracciabilità e l'identificabilità delle contribuzioni;
- l'introduzione dei meccanismi di natura fiscale, fondatisulla libera scelta dei contribuenti, a favore dei partiti;
- la disciplina di modalità di sostegno non monetario alfunzionamento dei partiti in termini di strutture e servizi.