"Noi col Pd? Una boiata pazzesca": diretto e certamente poco incline ai formalismi il commento rilasciato da Mario Giarrusso, vice-capogruppo al Senato del movimento di Grillo, a proposito della possibilità di un'alleanza col Pd ventilata nei giorni scorsi da Sonia Alfano.
"La Alfano - ha dichiarato Giarrusso - sta giocando con le nostre vite, mettendoci in difficoltà per accreditarsi presso chissà chi, il Pd o altri. Sono notizie completamente false, non ci sono stati incontri con la Alfano, siamo in vacanza"; totalmente infondata dunque l'ipotesi che 15 senatori del Movimento 5 Stelle possano entrare a far parte di una maggioranza di governo con il Pd.
Difficile anche l'ipotesi di un dialogo costruttivo, con il nodo relativo alla riforma della legge elettorale a prima vista inestricabile: "La nostra linea è chiara e non cambia - ha dichiarato Giarrusso a riguardo - non faremo mai la stampella a Letta e al Pd. Fin dal primo momento, come ha ripetuto più volte Grillo, noi abbiamo indicato la disponibilità per un governo che avesse come base il programma del Movimento 5 Stelle. Come è possibile pensare che entriamo in una maggioranza se non si riesce a raggiungere l'accordo su un punto minimo come la riforma della legge elettorale?".
"Noi vogliamo una legge elettorale che vada nella direzione indicata dai cittadini - ha concluso Giarrusso, le cui dichiarazioni sono state riportate sul sito internet di Repubblica - mentre l'orientamento che sta prevalendo è di passare dal 'Porcellum' ad una porcata peggiore.
Come si può dialogare con chi vuole riformare la Costituzione con un pregiudicato, con chi ci ha tenuto fuori dal gruppo che sta preparando la bozza per la riforma del regolamento del Senato, che ha un'importanza quasi pari a quella della Costituzione?".
Insomma, nonostante i mille problemi che affliggono il paese, il nodo della discordia è sempre legato (come del resto negli ultimi vent'anni) alla presenza e alla condotta di Berlusconi, personaggio dal carisma e dal peso difficilmente tramontabili.
A questo punto non resta che attendere l'inizio della prossima settimana, quando dovrebbe avere inizio la discussione in Senato sul provvedimento di riforma da doversi applicare alla legge elettorale.