Novità importanti sulla riforma Pensioni quelle rese note dal ministro del lavoro Enrico Giovannini durante un'audizione in commissione Lavoro alla Camera. Non ci sarà infatti nessuna rivalutazione rispetto all'inflazione per tutti i redditi pensionistici che eccedano di sei volte la minima: per tutti gli altri è invece confermata la riconsiderazione in base all'aumento dei prezzi.

La rivalutazione sarà totale per tutte le pensioni fino a tre volte il minimo, mentre al 90% per quelle comprese tra le tre e le cinque volte il minimo. E ancora: al 70% per quelle che saranno all'interno del range tra le cinque e le sei volte il reddito pensionistico minimo.

Le misure intendono raccogliere fondi con l'ottica di reinvestire per le categorie più in difficoltà, in un'ottica di solidarietà. In questo senso, ha spiegato Giovannini, gli esodati sono costati complessivamente 10,4 miliardi: sulla questione, il ministro del lavoro ha specificato come un ultimo decreto sia alla firma del ministero dell'Economia.

Giovannini ha anche affrontato la questione relativa al possibile flessibilizzazione dell'età pensionabile, ritenuta in ogni caso impossibile da attuare: "Tale manovra avrebbe il prevedibile effetto di aumentare in maniera consistente il numero di pensioni dal 2014, determinando un onere di diversi miliardi di euro l'anno". Per gli esodati e per chi ha perso il lavoro dopo il 31 dicembre 2011 si aprono nuove possibilità: "Per loro - ha sottolineato Giovannini - si può pensare di trovare una soluzione a regime".

Altro tema esposto dal ministro del Lavoro è quello riguardante i contributi: Giovannini ha precisato l'esigenza di una "maggiore flessibilità anche nell'accumulo dei contributi lavorativi, per evitare di creare uno scenario di poca sostenibilità per i pensionati del futuro".

Giovannini ha voluto anche sottolineare come questi interventi non significhino in nessun modo che verrà effettuata una controriforma rispetto a quanto fatto dall'ex ministro Fornero: come esplicitato a più riprese, si vogliono mettere in atto interventi concreti per ridurre il costo del lavoro, in accordo con la linea mostrata fino ad ora dal Governo Letta.