Il PdL è alla resa dei conti. Cresce l'attesa per il Consiglio nazionale del Pdl di sabato 16 novembre in cui Berlusconi sospenderà tutte le attività del Popolo della Libertà aprendo le danze con il ritorno a Forza Italia.

Il Consiglio nazionale del Pdl si riunisce sabato 16 novembre alle ore 10 al Palazzo dei Congressi di Roma e a poche ore dall'inizio dell'assemblea la tensione all'interno del Popolo della Libertà è altissima.

Da una parte ci sono i lealisti e i falchi pronti a seguire completamente Silvio Berlusconi nella nuova avventura sotto il vecchio simbolo della rediviva Forza Italia.

Falchi e lealisti puntano ad allontanare dal partito l'altra parte del partito, l'ala governativa capitanata da Alfano e composta dai ministri Pdl del Governo Letta e da altri esponenti rilevanti del partito come Cicchitto. I governativi hanno chiesto a Berlusconi di rinviare il consiglio nazionale del 16 novembre ma Berlusconi ha confermato l'appuntamento e ha inviato un messaggio a tutti gli esponenti del Pdl chiedendo coesione.

Dopo l'iniziale accordo di giovedì in cui Alfano e Berlusconi avevano deciso di inserire all'interno della nuova Forza Italia due coordinatori nazionali, uno dell'ala dei lealisti e l'altro fra i rappresentanti dei governativi, l'intesa è subito saltata per una nuova forzatura dei falchi del Pdl che hanno insistito per lo strappo con la fazione capitanata da Alfano.

A meno di 24 ore dal Consiglio Nazionale il Pdl resta assolutamente diviso per quanto riguarda le questioni interne nonostante gli appelli di Berlusconi che nel pomeriggio di venerdì incontra Lupi e Alfano per cercare una nuova intesa. Il partito, però, si ricompatta quando si parla di provvedimenti economici come la legge di stabilità.

Ricordiamo che oggi si chiude il ciclo di scioperi indetti dai sindacati con l'intento di porre l'accento su alcune questioni presenti nel provvedimento e che andrebbero cambiate. Il Pdl punta a sistemare il testo puntando ad aiutare il ceto medio, ritenuto l'unico motore che può far ripartire la crescita. Il partito è compatto anche sulla questione relativa al voto sulla decadenza di Berlusconi, nodo da cui i lealisti del partito potrebbe puntare per aprire una nuova crisi di Governo.