Sondaggi elettorali novembre 2013: la situazione - E' tempo di bilanci per le varie forze politiche presenti nel panorama italiano: gli ultimi dati dei Sondaggi politici, espressione delle intenzioni di voto del popolo del Belpaese, hanno mostrato nuovi sconvolgimenti in virtù degli eventi che hanno caratterizzato questo periodo. Facciamo un punto della situazione, andando ad elencare le rilevazioni riscontrate da vari istituti di statistica nelle ultume settimane.

Sondaggi politici elettorali di EMG 

Secondo l'istituto preso in considerazione da La7, il Partito Democratico si guadagna il 30,1% delle preferenze, con PDL-Forza Italia che si ferma al 24,1%.

Terza forza è il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, giunto al 24,1%.

Sondaggi politici elettorali di Ispo e Ipsos 

Numeri molto simili anche per il sondaggio proposto a Porta a Porta: il PD ha il 30,1%, PDL-Forza Italia il 23,5%, il Movimento 5 Stelle arriva addirittura a quota 21,8%. Il centrosinistra viene dato al 34,2%, il centrodestra si ferma al 32%.

Anche per quanto riguarda i rilevamenti proposti da Ipsos non ci sono particolari differenze: il PD è al 30,2%, il PDL al 25%, con il Movimento 5 Stelle al 21,3%. In aumento la percentuale degli indecisi o intenzionati a non votare: 31,1, al momento il gruppo di cittadini più cospicuo.

Sondaggi politici elettorali di iXè e IPR Marketing 

Per questo istituto il cui sondaggio è reso noto nella trasmissione di Raitre Agorà, il PD è al 29% mentre la clamorosa sorpresa è rappresentata dal sorpasso del M5S ai danni di Forza Italia-PDL: il non partito di Beppe Grillo raggiunge quota 24,1% mentre le forze di centrodestra guidate dal duo Alfano-Berlusconi si fermano al 23,5%.

Per ciò che riguarda le rilevazioni di IPR Marketing, interessante è lo scenario paventato, che ha presentato il sondaggio con un'eventuale scissione di PDL-Forza Italia. In questa situazione il PD si ferma al 29% mentre il M5S arriva al 22%. A beneficiarne sarebbe la stessa forza di centrodestra: con il PDL a guida Alfano che raggiunge il 10% e Forza Italia a guida Berlusconi che ottiene il 17%, per un risultato aggregato del 27%, di gran lunga superiore al 23,5% che si avrebbe in caso di mancato scissione.