Nelson Mandela, leader indiscusso dell'Apartheid non c'è più. Madiba, come lo chiamavano nel Sud Africa, si è spento serenamente all'età di 95 anni, nella sua casa di Johannesburg. Soffriva da tempo di un'infezione polmonare. La notizia è stata data dal presidente Zuma che ha ricordato con parole semplici il grande uomo, simbolo di unità ed umanità. I funerali di Stato, con bandiera a mezz'asta si svolgeranno a Johannesburg, poi la salma sarà sepolta a Qunu, città dove il leader politico è nato.

Mandela era molto amato tra le gente e soprattutto tra i giovani che, subito dopo la sua morte, si sono recati davanti alla sua casa per salutarlo.

Difficile, quasi sempre tortuoso, è stato il suo cammino nella lotta per la conquista dell'emancipazione.

Il suo amore per il prossimo, per il suo popolo, che non ha mai abbandonato, inizia fin da giovane. Studente universitario, Nelson nel 1944, spinto dal desiderio di fare qualcosa per i suoi fratelli neri, si unisce alla "Lega dell'Africa National Congress" e due anni dopo fondò l'associazione giovanile "Youth League". Il suo desiderio di democrazia e rispetto per il prossimo, venne sancito dalla Carta della libertà.

Arrestato nel 1956, insieme ad altre 150 persone, fu liberato, ma la sua lotta per la libertà non ebbe termine, tanto che nel 1963 fu di nuovo arrestato. La sua detenzione, nel carcere di Roben Island, durò ben 27 anni.

Finalmente libero, nel 1991 divenne il primo Capo di Stato nel Corno d'Africa. Il suo impegno e le sue grandi capacità vennero premiate nel 1993, quando gli venne consegnato il Premio Nobel per la Pace.

"Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell'umanità" ha detto il presidente degli stati Uniti, Barak Obama.

"Una grande luce si è spenta nel mondo, è stato un eroe del nostro tempo - ha detto il premier britannico, David Cameron. "Magnifico combattente" lo ha invece definito il presidente francese Francoise Hollande.