Come pronosticato alla vigilia, Matteo Renzi si è aggiudicato le primarie del Pd, con un tweet lanciato alla vigilia del voto ad esservi rivelato evidentemente profetico ("tra #vincecivati e #megliocuperlo io dico che #allafinestravincerenzi"). Ciò che non era invece stato previsto all'indomani del confronto tv sono le percentuali bulgare con le quali Renzi ha strappato la vittoria, quasi il 70%, con Cuperlo (18%) e Civati (14,3%) non solo sconfitti ma sostanzialmente ignorati dall’elettorato del Pd. Un elettorato che si è recato in massa alle urne, con quasi 3 milioni di presenze.





Risultati Primarie Pd, trionfo di Renzi col 70%: Civati e Cuperlo insieme superano di poco il 30%



Come accennato, la vittoria di Renzi ha il retrogusto del dominio, con più del doppio delle preferenze ottenute insieme da Civati e Cuperlo. Intervenuto ieri sera nello scenario di teatro Obihall a Firenze, Renzi è parso raggiante ("Ai teorici dell'inciucio stavolta è andata male, da oggi non c'è più alibi per nessuno"), probabilmente confortato dalla netta maggioranza di consensi ricevuti (merce assai rara in un paese in cui interi governi si costruiscono su maggioranze striminzite e quasi insignificanti).



In alcune regioni, Renzi ha praticamente fatto l’exploit: in Toscana è arrivato al 79%, in Umbria, Marche ed Emilia-Romagna si sono registrati picchi sopra il 70%, mentre in Campania e Sicilia è comunque andato sopra al 60%.

Da nord a Sud insomma, il rottamatore ha messo d’accordo tutti. Ma adesso viene il difficile.



Risultati Primarie PD, affluenza record e vittoria schiacciante per Renzi: D’Alema scongiura ogni ipotesi di scissione



La vittoria di Renzi, oltre che dalla netta percentuale con la quale si è guadagnato il successo, è scandita anche dall’affluenza record alle urne; sia chiaro, i 3 milioni di elettori registrati ieri, domenica 8 dicembre, sono molti meno delle primarie del 2005 e del 2007 (quando andarono alle urne rispettivamente 4,5 e 3,5 milioni di cittadini), ma costituiscono comunque un numero sufficiente per superare la quota di elettori (circa 2 milioni) che decisero di esprimersi sul ballottaggio Bersani - Renzi andato in scena nel 2012.





La sconfitta di Civati e Cuperlo rappresenta anche la sconfitta di un’idea di partito portata avanti in primis da Massimo D’Alema, primo elettore e massimo sostenitore dello stesso Cuperlo; mentre i due sconfitti hanno già dichiarato che collaboreranno serenamente con il vincitore delle Primarie, D’Alema, nonostante la pesante batosta, ha rigettato anzitempo ogni ipotesi di scissione del Pd: "Scissione?

No, non ci sarà alcuna scissione. E' un concetto, questo, che ho ripetuto con forza ovunque abbia tenuto un comizio e di comizi, come risaputo, ne ho tenuti molti negli ultimi giorni".



Una provocazione sarebbe a questo punto d’obbligo: non più tardi di qualche settimana fa il PDL ha optato per la scissione in Forza Italia e Nuovo Centrodestra, e stando a più di un sondaggio la mossa si è rivelata vincente. Una scissione del Pd porterebbe agli stessi risultati? Probabilmente no, ma con certezza non lo scopriremo mai.



Risultati primarie Pd: l’influenza sul governo Letta



Numeri così importanti come quelli della vittoria di Matteo Renzi non potevano non destare l’attenzione del Premier, Enrico Letta, che già ieri sera ha tenuto a sottolineare il concetto di “squadra”: “Con Renzi lavoreremo insieme, con spirito di squadra”.

Chiara la strategia di Letta, consapevole che numeri alla mano, l’affermazione del sindaco di Firenze avrà necessariamente dei riflessi sui precari equilibri del proprio esecutivo. Per sapere verso che direzione, bisognerà attendere.