Nuovo allarme dell'ISTAT: un milione di occupati in meno dall'inizio della crisi. È il record negli ultimi 35 anni. Il tasso di disoccupazione sale a gennaio al 12,9% ma è ancora più allarmante il dato della disoccupazione giovanile tra i 15 ed i 24 anni. Ottenuta la fiducia anche alla Camera, Renzi rilancia il Jobs Act ovvero una legge per il lavoro. Una definizione nuova, semplice ed immediata, all'americana insomma.

Presentato in bozza il mese scorso, il nuovo Piano del lavoro non ha un grado di dettaglio ma presenta solo indicazioni programmatiche orientate.

Con tale strumento si porrebbero le basi per poter rilanciare finalmente la ripresa economica dell'Italia, forte delle sue risorse e potenzialità (che altri non hanno e che invidiano) e che la renderebbero leader europea ed attrazione mondiale.

Il nuovo manifesto si divide in 3 parti. La prima riguardante il Sistema con temi inerenti l'energia (riduzione del 10% per le aziende), le tasse (chi produce lavoro paga di meno), la revisione della spesa, agenda digitale, eliminazione dell'obbligo di iscrizione alla Camere di Commercio, eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico, semplificazione della burocrazia, obbligo della trasparenza.

La seconda parte riguarda i nuovi posti di lavoro nei settori della cultura, turismo, agricoltura e cibo, made in Italy, ICT, Green Economy, Nuovo Welfare, Edilizia e Manifattura.

Infine le Regole: si propone la semplificazione delle norme, la riduzione delle varie forme contrattuali, l'assegno universale per chi perde il posto di lavoro, l'obbligo di rendicontazione online ex post, l'Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l'impiego, la formazione e l'erogazione degli ammortizzatori sociali e la legge sulla rappresentatività sindacale.

Tante, semplici e belle parole… siamo abituati a sentirle ma ormai non è più tempo per questo. Correte, non si può più sperare!