Matteo Renzi ha ottenuto dal Senato la fiducia per sé e per i suoi sedici ministri.

In queste occasioni ci si era abituati a volare alti, con discorsi programmatici infiorati da citazioni dei padri della repubblica, da De Gasperi a Einaudi, da Saragat a Pertini. Il neo presidente del consiglio, fedele alla sua immagine di Giamburrasca, ha spiazzato tutti e la citazione se l'è giocata subito, all'inizio del discorso: "Non ho l'età…".

In un momento che lo stesso Renzi ha riconosciuto drammatico per molta parte della popolazione, alle prese con un lavoro che non c'è e non sembra potrà esserci a breve termine, forse si poteva proporre qualcosa di diverso che Gigliola Cinquetti.

Il programma

Il discorso è poi continuato per circa settanta minuti sottolineando quelli che dovrebbero essere i punti cardine del programma di governo:

1. Rilancio della scuola, a cominciare da un piano straordinario di edilizia scolastica;

2. Riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale:

3. Aiuti alle imprese con l'istituzione di fondi di garanzia per le piccole imprese che non riescono al accedere al credito:

4. Intervento per la sburocratizzazione della pubblica amministrazione, con la pubblicazione on line di tutte le spese, lo sblocco di tutti i debiti della Pubblica Amministrazione e la eliminazione dei contratti a tempo indeterminato per i dirigenti;

5. Presentazione a giugno di un piano organico di riforma della giustizia;

6.

Impegno su diritti civili e immigrazione, in particolare unioni civili e ius soli a trovare un punto d'incontro di tutte le forze politiche. Una resa di fronte alla presa d'atto che le opinioni in campo sono fortemente diverse e contrastanti tra di loro

Renzi non ha mancato di sottolineare il carattere politico e fortemente europeista del governo con l'intenzione di arrivare al 2018 realizzando un percorso di grande cambiamento, assumendosi fin da ora tutta la responsabilità di un eventuale fallimento.

Il dibattito sul discorso programmatico si è sviluppato con la disapprovazione di Forza Italia, pur con probabilità di aperture su provvedimenti graditi (leggi sistema elettorale e giustizia), la bocciatura senza se e senza ma di SEL e le continue punzecchiature con gli oppositori del Movimento 5 Stelle. Nessuna apertura di credito neanche dalla Lega Nord.

La replica ha dato modo all'ex sindaco di Firenze di saldare il suo debito con le citazioni, ricordando le parole di Sandro Pertini sul bisogno di esempi da parte dei giovani.

A tarda notte il voto di fiducia, che ha fatto registrare 169 voti a favore del nuovo governo Renzi e 139 voti contrari, con quattro voti in meno rispetto all'uscente governo Letta.

Oggi si replica, con il discorso programmatico alla Camera ed il voto, che farà registrare una maggioranza più ampia, grazie alla più nutrita rappresentanza del Partito Democratico, che dovrebbe votare compatto la fiducia, inclusa la pattuglia dissidente di Pippo Civati. Per le scissioni c'è tempo.