Nichi Vendola, Riva ed il sindaco di Taranto Dario Stefàno rinviati a giudizio nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale promosso dalla Procura della Repubblica di Taranto, nelle persona del procuratore Franco Sebastio e del procuratore aggiunto, Pietro Argentino, nell'ambito della gestione dell'ILVA.

A portare avanti l'inchiesta sull'acciaieria del gruppo Riva con sede a Taranto ci sono anche i sostituti procuratori Cannarile, Epifani, Buccoliero e Graziano. La notizia arriva dopo la notifica, nell'ottobre scorso, a cura delle fiamme gialle della Guardia di Finanza, dell'esito delle prime indagini sul caso effettuate ricostruendo i fatti dalla nascita dello stabilimento tarantino fino ad oggi.

Nel registro degli indagati anche i vecchi vertici dell'azienda che, secondo gli inquirenti, avrebbero compromesso in maniera seria l'ecosistema tarantino violando, in maniera pare consapevole, le norme riguardanti l'Ambiente. Nelle cinquanta persone indagate, sotto la voce"politici di spicco" c'è anche l'assessore regionale Nicastro, l'ex assessore Fratoianni oltre che tutte le cariche istuzionali del tarantino coinvolte (tra cui presidente della provincia e sindaco).

Nel mirino degli inquirenti figurano anche funzionari, carabinieri, dirigenti ed ex dirigenti del complesso siderurgico più importante d'Italia. L'accusa è di aver creato un sistema, al capo di cui c'era la famiglia Riva, che violava le norme ambientali per favorire l'acciaieria di Taranto.

Per loro il reato contestato è associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale oltre che, in alcuni casi, "omicidio colposo" per le morti degli ultimi anni avvenute proprio all'Ilva. Tra i capi anche l'inquinamento di acque e sostanze alimentari.

Ora l'inchiesta proseguirà con il processo davanti ad un giudice e sarà compito della difesa smontare le accuse contro i propri assistiti.