Situazione ad altissima tensione in Crimea, dove duemila soldati russi hanno invaso l’aeroporto militare di Gvardiiski, nei pressi della capitale Sinferopoli.


A questo proposito, il presidente americano Barack Obama ha espresso tutta la propria preoccupazione per quello che potrebbe diventare, in brevissimo tempo, un possibile focolaio di guerra che potrebbe coinvolgere diverse nazioni. 


Il ministro degli Esteri ucraino ha provveduto ad inviare un comunicato a Mosca, dove si invita la Russia a ritirare immediatamente le proprie truppe dal loro territorio, ma tutto il mondo politico appare scettico circa le possibilità di una ritirata, almeno in tempi brevi: l'Ucraina contesta alla Russia la violazione del trattato del 1997, mediante il quale le due nazioni concordarono che le flotte russe del Mar Nero dovevano restare entro i confini delineati del porto di Sebastopoli.
Naturalmente, anche il presidente ucraino (provvisorio) Aleksandr Turcinov ha invitato Vladimir Putin ad arrestare immediatamente quella che è stata definita un' "aggressione dissimulata" che potrebbe dare origine ad un vero e proprio conflitto. 


Anche l'Onu ha convocato un consiglio straordinario per valutare la situazione e attraverso l'ambasciatrice americana, Samantha Power, ha fatto sapere che non verranno tollerate ingerenze militari da parte della Russia mentre l'ambasciatore ucraino Yuriy Sergeyev, ha rivolto un appello ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, affinchè venga considerata la gravità della situazione al fine di mantenere la pace nel proprio Paese.