Dal 20 marzo, poco prima di mezzanotte, i primi account Twitter turchi hanno iniziato ad essere oscurati; nemmeno 24 ore dopo, la rete risponde con Mwitter, un nuovo social che dovrebbe sopperire all'assenza del "fratello maggiore"; ma perchè è stato scelto proprio questo nome per il nuovo social turco? La ragione va ricercata nel sarcasmo e nell'ironia che abbiamo imparato ad apprezzare nelle proteste dell'anno scorso che hanno scosso il territorio turco e che hanno visto, oltre allo spargimento di sangue, numerosi giovani turchi cambiare i propri profili Facebook o Twitter aggiungendo al loro nome la parola "çapulcu", che si potrebbe tradurre in italiano con "debosciato", termine usato da Erdogan per definire i contestatori; anche Mwitter nasce da una frase del premier turco: Erdogan, nel chiudere Twitter, ha pronunciato la seguente frase :"Twitter, mwitter kökünü kazıyacağız" traducibile con "Estirperemo Twitter e tutto il resto", poichè in turco, una ripetizione di una parola sostituita da una m all'inizio (Twitter, Mwitter), sta ad indicare "e così via" o "e cose del genere" e via discorrendo.



Ricordiamo che la chiusura di Twitter è stata effettuata in applicazione della contestatissima legge entrata in vigore un mese fa, ed è stata preceduta da alcune dichiarazioni di Erdogan che lasciavano presagire quello che è successo ieri, dichiarazioni in cui il premier turco riteneva il governo come un bersaglio di una "lobby di robot" che agiva tramite i brevi messaggi di Twitter, che, in un'altra dichiarazione, veniva esplicitamente definito un "problema".


Ora vedremo quale sarà il destino di Mwitter.