Polemiche si addensano sul referendum per la secessione del Veneto lanciato on line dal comitato Plebiscito.eu.
All'indomani della consultazione che, è opportuno ricordare non ha alcun valore giuridico, gli organizzatori annunciavano trionfalmente di aver avuto 2 milioni e mezzo di adesioni, conquistando, sulla scia del referendum in Crimea, la ribalta delle pagine della stampa internazionale.
Con la diffusione dei dati di accesso al sito, rilevati da quattro contatori (Trafficestimate, Calcusta, Semrush e Alexa, aziende specializzate nel calcolare il traffico sui siti web), la notizia sembra sgonfiarsi nelle sue proporzioni.
Nel dettaglio, gli accessi rilevati al sito, sono stati in media 22.500 al giorno che, moltiplicati per i sei giorni di durata della consultazione, fanno un totale di 135.000 elettori.
Cifre molto distanti da quelle comunicate da Gianluca Busato, leader degli indipendentisti, secondo il quale i dati comunicati sono falsi e le aziende che li hanno diffusi non sono attendibili.
Altra anomalia registrata dai contatori, sarebbe il fatto che l'11% degli accessi al sito è risultato proveniente da server del Cile, e altre significative percentuali da Germania e Spagna.
In pratica, i cileni si sarebbero espressi sull'indipendenza del Veneto in misura equivalente a quanto fatto dai cittadini di Padova.
Da rilevare, inoltre, che 2 milioni e mezzo di elettori corrispondono a circa il 65% degli aventi diritto, più o meno come in una reale consultazione.
Di fronte a queste contestazioni, Busato non si dà per vinto e ha dato appuntamento per sabato a Sappada dove, nel corso di una riunione organizzata da Plebiscito.eu, dimostrerà ufficialmente l'inattendibilità dei dati che sminuiscono la portata del successo indipendentista.
Nel frattempo, sempre via web, ha chiesto l'indipendenza del Veneto e, per portarsi avanti con il lavoro, ha decretato l'obiezione fiscale e la prossima creazione di un'assemblea costituente.