Le Province spariscono dalla Costituzione italiana. Con 260 voti a favore e solo 158 contrari la Camera ha approvato il ddl Delrio che abolisce le Province elettive ed istituisce le città metropolitane. Gli attuali organi eletti resteranno in carica fino alla fine dell'anno, oppure al loro posto ci sarà un commissario a guidare la Provincia fino alla scadenza del mandato, e dopodiché le Province non potranno più essere elette ma saranno organi politici con pochi poteri guidati dagli amministratori locali.

Con la nuova legge infatti l'attuale ruolo di presidente della Provincia viene assunto dal sindaco della città che prima rappresentava la Provincia, oppure dal sindaco della città metropolitana; il ruolo della giunta provinciale viene assunto dal collegio dei sindaci dei Comuni limitrofi, e a queste due cariche se ne aggiunge una terza, quella del consiglio provinciale, composto da un numero variabile tra 10 e 16 membri eletti dai rappresentanti stessi a seconda della grandezza della Provincia.

La novità reale della riforma è che nessuna di tutte queste persone percepirà uno stipendio visto che già lo percepisce come sindaco.

La novità principale riguarda l'istituzione delle città metropolitane che saranno 9 più Roma Capitale e che rappresentano le nove città d'Italia con il più alto numero di abitanti. Le loro funzioni saranno le stesse delle altre Province, ma con un potere maggiormente accentrato sul sindaco e la sua giunta della città principale. In questo modo, secondo l'idea del legislatore, si dovrebbero risparmiare centinaia di milioni tra stipendi e indennità per le intere giunte provinciali, nonché si conseguirebbero importanti risparmi evitando di effettuare le elezioni provinciali.

I compiti delle nuove Province saranno "confinati" nell'ambito di trasporti, ambiente, mobilità, edilizia scolastica e pari opportunità. Tutte le altre funzioni verranno spartite tra Regioni e Comuni. Solo le città metropolitane avranno competenze maggiori come pianificazione territoriale, servizi e infrastrutture, viabilità e sviluppo economico.

Infine l'ultima novità riguarda la possibilità di più Comuni sotto i tremila abitanti di aggregarsi, aumentando così la possibilità del numero di mandati consecutivi di un sindaco da 2 a 3.