Il primo ministro Matteo Renzi, ha firmato la direttiva con la quale si dispone la "declassificazione degli atti" relativi alle stragi di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna, rapido 904.

Poco più di un mese fa, il 20 marzo, il governo annunciava la desecretazione degli atti riguardanti l'omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del reporter Miran Hrovatin, facendo intravedere un cambio d'indirizzo radicale rispetto a quelli che erano stati gli orientamenti dei precedenti governi. Questa volontà sembra ora essere confermata.

Lo stesso premier ha definito la misura quasi inevitabile, dal momento che con essa trova applicazione la legge 124 del 2007 che riconosceva gli Archivi dei Servizi Segreti come un "patrimonio collettivo da mettere a disposizione degli studiosi, dell'informazione e dei cittadini".

Venerdì scorso, il Cisr (Comitato Interministeriale per la sicurezza della Repubblica) aveva disposto il versamento anticipato all'Archivio di Stato, presso il quale verrà predisposta un'apposita unità, dei documenti classificati col Segreto di Stato. Una disposizione che consente il superamento del limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge del 2007.

Le reazioni

Si tratta di un'ulteriore passo verso l'apertura delle istituzioni ai cittadini, col chiaro intento, da parte di Renzi, di recuperare consensi sul piano della fiducia.

"Quello dell'apertura e della trasparenza è uno dei punti qualificanti del nostro governo", da dichiarato l'ex sindaco di Firenze, sottolineando anche come, la direttiva odierna, sia un atto dovuto nei confronti dei familiari delle vittime.

Il democratico Felice Casson, ex magistrato e segretario del Copasir, il Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha messo in guardia circa le attese sulla risoluzione dei misteri legati alle stragi.

Le carte in questione, infatti, non contengono segreti di stato, ma la loro conoscenza potrà contribuire a fare chiarezza su alcuni episodi legati alle indagini sulle stesse.

Come dire che continueremo a non sapere chi sono gli autori delle stragi, ma potremmo scoprire ulteriori depistaggi e coperture.

Questo ha portato Beppe Grillo a sminuire la portata della direttiva, bollandola come l'ennesima televendita.

Ci si aspetta ora che analoghi passi siano compiuti per gli atti riguardanti i fatti di mafia; ma visti gli ultimi atti del governo, in particolare le attenuazioni delle pene per il reato di voto di scambio politico-mafioso, forse è chiedere troppo.