Basta un fuori onda, rilevato durante una riunione tenuta dagli uomini di F.I. a Palazzo Marino a Milano fra l'ex ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini ed il neo consigliere politico di F.I. Giovanni Toti, per svelare il clima di grande confusione e incertezza che regna in Forza Italia. La Gelmini e Toti dimostrano chi sono effettivamente: la prima un'opportunista inaspettata ed il secondo un semplice portavoce di Silvio.

La Gelmini, apparsa a dire il vero ultimamente molto agguerrita quasi quanto la Santanchè vera mina vagante del partito, si preoccupa non se gli accordi presi da Berlusconi con Renzi siano buoni per il Paese, ma solo se vantaggiosi per il suo partito e conseguentemente per lei.

Evidentemente la Maristella pensa più alla sua poltrona Politica che alle sorti del nostro Paese. Toti è un ulteriore esempio di scelta errata di Berlusconi il quale continua a sbagliare la scelta delle persone da valorizzare ai vertici del partito. Le conseguenze: il declino di Forza Italia nell'immediato futuro.

Berlusconi ha creato un partito politico ma non ha saputo forgiare, grave errore ora che si è vicini alla sua decadenza politica, una leadership rispettata all'interno del partito e sopratutto riconosciuta dai suoi elettori. Né fra gli uomini di prima fascia (quali Toti, Gasparri, Verdini, la Bernini, Matteoli, Bondi, Romani, la Gelmini, la Carfagna, la Santanchè, Brunetta, Baldassarre), né fra gli uomini di seconda fascia (quali Bonaiuti, la Rapetti, Miccichè, Capezzone, Rotondi, Nitto Palma, Biancofiore, Prestigiacomo, la Brambilla) possiamo annoverare qualcuno che possa prendere l'eredità di Berlusconi.

Neppure fra i fuoriusciti, ora uomini di NCD, (quali Alfano, Cicchitto, Schifani, Quagliarello, Sacconi ecc..) possiamo ritrovare un possibile nuovo condottiero del centro destra.

Questo spiega le esternazioni a volte rabbiose, a volte incontrollate, a volte spropositate ed a volte persino non giustificabili, della Gelmini, di Toti e di Brunetta, per non parlare della ormai fastidiosa, insopportabile, onnipresente Santanchè.

Ormai fra i militanti di Forza italia è diffusa la sensazione, direi anzi la certezza, della mancanza di un leader alternativo a Berlusconi.

L'unico che mantiene un equilibrio politico, ha una visione politica e possiede una carica emotiva personale di rilievo, è Silvio Berlusconi il quale, a scanso di equivoci destati dagli atteggiamenti assunti da alcuni suoi stretti collaboratori nelle ultime ore primo fra tutti l'irrequieto Brunetta, ha ribadito la validità degli accordi presi con il governo Renzi.

Gli italiani si augurano che prevalga il buon senso (avanti velocemente con le riforme) e non gli egoismi di partito. In caso contrario gli italiani non perdonerebbero certo Forza Italia e la conseguenza sarebbe un declino irreversibile della destra. Coloro che intendono portare avanti gli ideali della destra, non pensino pertanto all'immediato successo, che sarebbe comunque effimero ed al momento quasi impossibile, ma puntino a trovare e fortificare una leadership all'interno di Forza Italia che possa essere riconosciuta in particolare dai potenziali elettori di centro destra. Per buona pace degli attuali dirigenti di Forza italia, essi non hanno gli attributi per poter portare a vincere le elezioni il centro destra. Occorre avvenga un forte cambiamento negli uomini di spicco di Forza Italia: gli attuali non hanno più alcuna credibilità (troppe promesse fatte non mantenute).