La "riforma non sarà un diktat contro lavoratrici e lavoratori" dice il nostro Primo Ministro. I cittadini italiani sentono quanto sia importante per la modernizzazione del Paese un cambiamento radicale della gestione della "Cosa pubblica" e sono interessati più che mai a che esso avvenga al più presto. Le resistenze dei cosidetti "fannulloni ed incapaci" non mancheranno, tuttavia quando il treno partirà dovrà percorrere il tragitto sino al traguardo senza se e senza ma.

Vediamo alcuni dei 44 possibili cambiamenti che si svolgeranno su tre direttrici definite: capitale umano, risparmi e meno burocrazia, innovazione tecnologica.

- Mobilità. Modifiche delle regole vigenti sulla mobilità volontaria e obbligatoria.

- Esuberi. Possibilità d'assegnare una mansione inferiore al personale in esubero.

- Dirigenti. Ruolo unico della dirigenza con abolizione dei segretari comunali, possibilità di licenziamento per chi è senza incarico.

- Permessi sindacali. Riduzione del 50%.

- Turn-over. Sarà sbloccato. Sono previste migliaia di assunzioni fra i giovani.

- Autovetture. ACI, Motorizzazione e PRA saranno accorpati.

- Ricerca. Accorpamento degli Enti di ricerca con funzioni simili.

- Prefetture. Riduzione del loro numero; non più di 40.

- Camere di Commercio. Verrà eliminato l'obbligo di iscrizione per le imprese.

- Giustizia amministrativa. Inasprimento delle sanzioni per le liti audaci e temerarie e modifica dei poteri di sospensione dei Tar.

- Codice segreto (PIN) - per accedere a tutti gli atti ed evitare al cittadino code agli sportelli degli uffici; si potrà utilizzare per pagare le bollette da casa.

Questi ed altri provvedimenti sono sui blocchi di partenza.

Il Premier invierà una lettera a tutti i dipendenti pubblici per informare, chiedere suggerimenti e consigli. Dopodiché ci sarà la discussione generale che non supererà i 40 giorni e si passerà alla proposta formale al Parlamento.

Si tratta dunque di una vera e propria rivoluzione che i cittadini incoraggeranno; ed i sindacati?

L'auspicio è che collaborino e non pongano ostacoli. Gli altri lavoratori (per es. delle aziende private) sono indignati dei tanti sprechi prodotti dalla P.A. ed allora se si vuole arrestare la diaspora di questi dipendenti che faticano ogni giorno a fare quadrare il bilancio familiare per il lavoro duro e stressante, per i compensi bassi ed il posto insicuro, bisogna assolutamente dare una mano.