Dimissioni per Stefania Giannini dal ruolo di segretario di Scelta Civica. Negli scorsi giorni sono partite petizioni sul web per la richiesta delle sue dimissioni anche dal Ministero della Pubblica Istruzione, ma ecco le dichiarazioni del ministro: "Non lascio, le mie dimissioni sono valide solo per la segreteria del partito di Scelta Civica.

Dimissioni Giannini

In seguito ai risultati negativi ottenuti da Scelta Civica alle Elezioni Europee, Stefania Giannini, attuale ministro della Pubblica Istruzione, si dimette dalla carica di segretario di partito, dichiarando che di fronte ad una sconfitta di questa portata, la consegna all'assemblea delle sue dimissioni sia "un atto doveroso".

In base alle dichiarazioni di Giannini, al momento è necessario "mantenere la lucidità e avviare un percorso di analisi [...] per comprendere quale orientamento dare a Scelta Civica".

Le dimissioni del segretario di Scelta Civica Giannini sono state presentate durante una riunione di analisi del voto che ha visto crollare i consensi di Scelta Civica allo 0,7%. Secondo il segretario Giannini è importante prendere atto della sconfitta e del "risultato straordinario di Renzi", senza dare rilevanza alle accuse di chi collega il flop di SC all' "aver associato il suo partito all'Europa delle banche".

Dimissioni Giannini: petizioni sul web

Intanto è bufera sul web. Numerose le petizioni per la richiesta di dimissioni della Giannini, non solo in qualità di segretario di Scelta Civica, ma sopratutto dalla carica di Ministro della Pubblica Istruzione.

Alle polemiche sulle dimissioni si aggiungono anche le proposte della sua sostituzione con un ministro del Partito Democratico.

Stefania Giannini esclude la possibilità di dimettersi dalla carica in corso di ministro della Pubblica Istruzione, dichiarando che le sue dimissioni valgono esclusivamente per il ruolo nella segreteria del partito di Scelta Civica.

Non cessano comunque le contestazioni, aumentate anche con l'avvio dello scorrimento delle Graduatorie del Concorso 2012 (proprio all'indomani delle elezioni) considerata una bizzarra mossa elettorale. Si attendono, dunque, le nuove direttive del ministro.