Le storture normative in Italia sono molte ma quello che sta avvenendo in Sicilia ha dell'incredibile. L'ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, condannato a 7 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia continua a percepire, da ormai tre anni nel carcere di Rebibbia, un vitalizio di 6.000 euro lordi al mese dall'Assemblea Regionale della Sicilia in qualità di ex deputato. Per la cronaca, ricordiamo che Cuffaro fu condannato ad 7 anni di reclusione dalla seconda sezione penale della Corte di Cassazione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e violazione del segreto istruttorio.

Una cosa così assurda purtroppo rischia di diventare la normalità anche perchè la normativa in vigore, sia nazionale che regionale, dà ragione al condannato che percepisce legittimamente l'assegno spettante. Infatti, per tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione è previsto il blocco del vitalizio per gli ex parlamentari, cosa che invece non avviene per gli altri tipi di reati. Tra questi c'è proprio il reato per associazione mafiosa. Nel 2011, Salvatore Cuffaro ha chiesto ed ottenuto la concessione del vitalizio quando è decaduto da deputato perdendo la ''poltrona'' ottenuta con le elezioni del 2008.

La normativa regionale della Sicilia fino al 2012 prevedeva la concessione del vitalizio a tutti gli ex deputati di età superiore a 50 anni e con tre legislature alle spalle. Anche l'attuale regolamento regionale che recepisce il decreto firmato da Monti non blocca la corresponsione del vitalizio ottenuto.