Le condizioni di vita nelle carceri italiane non sembrano affatto migliorate nonostante circa un mese fa l'Italia sia stata promossa dall'Unione Europea per i progressi svolti in merito al dramma del sovraffollamento dei penitenziari nel nostro Paese. Numerose sono infatti le segnalazioni riguardanti strutture del tutto inadeguate, nelle quali mancano anche i beni primari, come ad esempio l'acqua corrente.

È questo proprio il problema della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, i cui problemi sono segnalati da anni dall'associazione radicale "Legalità e trasparenza", che ne lamentano la situazione di degrado, poco conosciuta anche dagli abitanti della zona.

Si tratta di un carcere che dovrebbe ospitare 600 detenuti ma che in realtà ne contiene ben 940, di cui il 30% stranieri.

Ma i problemi non finiscono qui: pur essendo una struttura di relativa nuova costruzione, in quanto edificata negli anni '90, la casa circondariale può usufruire dell'acqua corrente solo per alcune ore al giorno, a causa del cattivo funzionamento degli impianti idrici, che tra l'altro causano anche la non potabilità dell'acqua.

Si segnala inoltre che i parenti in visita ai detenuti, attendono di poter incontrare i propri cari nel cortile esterno (sotto il sole estivo o il freddo invernale), e in totale assenza di servizi igenici. Non è inoltre previsto nessun tipo di collegamento con i mezzi pubblici con il centro della città rendendo quindi estremamente problematico l'accesso alla struttura.

Per cercare di migliorare le disumane condizioni di vita in questo penitenziario, si sono mossi i Radicali con una denuncia, alla quale si sono aggiunti anche il Partito Socialista di Caserta e il senatore D'Anna. La speranza è di riuscire a permettere ai detenuti di espiare in maniera dignitosa la propria pena. Al fine di ridurre il numero di coloro che si trovano anche in questo carcere per reati minori, soprattutto relativi alla droga, i Radicali continuano a muoversi promuovendo i provvedimenti di clemenza quali l'amnistia e l'indulto, dei quali anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si rende promotore.