Un nuovo rapporto sul sovraffollamento carceri sarà presentato a Firenze lunedì 14 luglio, mentre prosegue lo sciopero della fame della leader dei Radicali italiani Rita Bernardini che da tempo chiede l'approvazione dei ddl per indulto e amnistia il cui esame riprende martedì 15 luglio in commissione Giustizia al Senato.

"La perdita della libertà deve realizzarsi all'interno di strutture che salvaguardino sempre e comunque la dignità delle persone e i loro diritti": è quanto scritto Manifesto No-Prison curato da di Livio Ferrari e Massimo Pavarini e rilanciato in attesa del nuovo rapporto sul sovraffollamento carceri del Garante dei diritti dei detenuti della regioneToscana.

"I luoghi preposti per la detenzione - viene sottolineato nel manifesto di curato da Massimo Pavarini e Livio Ferrari, rispettivamente docente di diritto penitenziario all'università di Bologna e direttore del centro francescano di ascolto di Rovigo - non possono essere le carceri che conosciamo. Immaginiamo altro - si legge nel Manifesto No-Prison dove non c'è scritto nulla su indulto e amnistia - nella fisicità delle costruzioni e nell'economia degli spazi, altro nella professionalità di chi è addetto al controllo, al dialogo e all'aiuto". Di questo si parlerà durante la conferenza stampa del Garante regionale dei diritti dei detenuti della Toscana Franco Corleone, convocata per lunedì 14 luglio, alle ore 11, nella Sala Indro Montanelli del palazzo Panciatichi di Firenze, la città del premier Matteo Renzi, dove in questi mesi sono state molto le manifestazioni radicali per amnistia e indulto.

All'incontro con la stampa, oltre al Garante Franco Corleone, parteciperanno Livio Ferrari, Massimo Pavarini ed Emilio Santoro, docente di diritto ordinario dell'università di Firenze.

Nel frattempo continua lo sciopero della fame la leader dei Radicali italiani Rita Bernardini per indulto e amnistia e per il diritto alla salute nelle carceri e contro la "tortura" negli istituti penitenziari italiani.

"Con il sostegno di Marco Pannella e di almeno 150 cittadini ­- ha scritto Rita Bernardini sul suo blog - questo è per me il settimo giorno di sciopero della fame finalizzato a interrompere -spiega la leader dei Radicali italiani che tempo si batta per amnistia e indulto - la tragedia delle morti in carcere e la mancanza di cure che riguardano anche reclusi incompatibili con il regime di detenzione carceraria".

La Bernardini, fra i detenuti incompatibili con il regime di detenzione carceraria indica anche "l'ottantenne boss della mafia Bernardo Provenzano - ritenuto l'ex numero uno di Cosa nostra siciliana, nda - che si trova ristretto in regime di carcere duro 41 bis pur essendo incapace - secondo quanto scrive la leader radicale sul suo blog - di intendere e di volere e con patologie gravissime. Sebbene sia ridotto al lumicino - ha aggiunto Rita Bernardini parlando del boss mafioso Bernardo Provenzano - il tribunale di sorveglianza di Roma ha rimandato la decisione sulla revoca del 41 bis al 3 ottobre 2014, abbondantemente superate le ferie estive". Così, "una parte della magistratura e lo stesso ministero della Giustizia - ha continuato la Bernardini - si contrappongono al giudizio di tre procure, quelle di Palermo, Caltanissetta e Firenze che si sono invece pronunciate per la cancellazione del carcere duro per Provenzano.

Abbiamo istituzioni - è l'accusa forte della segretaria dei Radicali italiani - che quanto al rispetto di diritti umani si pongono allo stesso livello di criminalità - ha concluso Rita Bernardini - di coloro che affermano di voler combattere".