Josè Alberto Mujica Cordano, o "El Pepe", è capo di Stato dell'Uruguay dal 2009, 78 anni, è nato a Montevideo, da mamma, Lucia Cordano, di origine ligure. Non usa la cravatta ed utilizza la giacca solo per le uscite ufficiali, vive in campagna in modo semplice con sua moglie, la senatrice Lucia Topolansky, e il cane, occupandosi della cura di piante e fiori, venduti per un buon tragitto della sua vita. Un altro tratto di vita l'ha speso tra Punta Carretas, prigione da cui riesce ad evadere, e, una volta ripreso, il carcere militare, dove passa un'altra parte della sua vita ,12 anni, 8 dei quali in totale isolamento.

Ma chi era Mujica? Sicuramente non era un angioletto (termine usato dal Presidente stesso, parlando delle evasioni, in un intervista del settimanale l'Espresso), non si evade due volte da un carcere senza "particolari attributi". Sicuramente non era uno con poco fegato, anzi era un "duro", viste perfino le sei volte ferito da colpi di armi da fuoco.

Il Guerrigliero. La sua storia inizia negli anni '60. Dalle nostre parti, ad occidente i fremiti di ribellione del tempo iniziano a solleticare i giovani, ma il risvolto politico è pressoché inesistente, in Europa occidentale, noi compresi, e negli Stati Uniti è un periodo di complessiva prosperità, e anche il '68 era ancora abbastanza lontano.

Aggiungi poi le note di "Please Please Me" che accarezzano i giovani di Londra come quelli di Parigi o di Roma, e la differenza è lampante. E tra i giovani in quegli anni c'era un certo John Fitzgerald Kennedy, a 43 anni presidente degli Stati Uniti. Credo sia stata una buona generazione, e anche il suo frutto, visto che proprio nel 1961 nasce Barack Obama; quando a Dallas JKK è assassinato Obama aveva due anni.

Invece dalle loro parti, "Alla fine del Mondo", ( Non credo sapessimo di più che l'Uruguay aveva vinto un mondiale in casa del Brasile) la democrazia era ancora un sogno, una speranza, e l'annullamento delle garanzie costituzionali una consuetudine per i tanti generali e il loro"guardie nazionali" alla guida di paesi in quasi tutto il Sud e Centro America.

Somoza, Videla, Pinochet, tanto per ricordare qualche nome per poter rendere calzante l'esempio di quanto lontano fossero i due mondi. Mujica aderisce al Movimento di Liberazione Nazionale, i Tupamaros, e al loro progetto armato di lotta di ispirazione castrista. Il graduale ritorno alla democrazia dell'Uruguay si concretizza per "Pepe" con la nascita del Movimento di Partecipazione Popolare, voluta con altri dirigenti tupamaros assieme a gruppi di sinistra, dentro la coalizione del cosiddetto Fronte Ampio.

Mujica presidente. Il 29 novembre 2009 è eletto presidente dell'Uruguay. Al primo turno ottiene il 48% dei voti, contro il 29% del Partido Nacional, guidato da Luis Alberto Lacalle, al ballottaggio i suffragi per "El Pepe" salgono al 52%.

Il suo profitto è di circa 10mila euro mensili, il 90% del quale dona al Fondo Raul Sendic (leader dei tupamaros), per lo sviluppo delle aree più povere del paese, e dona anche la sua pensione da senatore. Ha rifiutato la lussuosa Residenza Presidenziale ed anche l'auto di rappresentanza, continua a muoversi con il suo "Maggiolino" Volkswagen anni '70 cobalto blu. Nella sua agenda politica si legge rifiuto del consumismo e anche legalizzazione della marijuana, matrimonio gay e redistribuzione della ricchezza. "Non ho bisogno di molto denaro per vivere felice", dice il carismatico "Pepe". Magari mentre sorseggia un tè nel suo "rancho" a Rincon del Cerro, guardando il mondo dal taglio dei suoi occhi furbi. "E comunque nessuno, la ricchezza accumulata, se la può portare nella tomba".