Se si votasse oggi il Partito Democratico guadagnerebbe il 45% dei voti. A rivelarlo è il sondaggio realizzato dall'istituto Lorien Consulting Public Affairs. In risalita il Movimento Cinque Stelle e la Lega Nord, mentre perde ancora consensi Forza Italia, impelagato nelle questioni di unità di partito di Silvio Berlusconi.

Intanto inizia a perdere colpi Renzi, mentre non gode del consenso popolare la riforma del Senato. Vediamo, nel dettaglio, tutti i risultati del sondaggio che ha coinvolto un campione rappresentativo per sesso, età ed area di residenza della popolazione italiana, con interviste realizzate telefonicamente nelle giornate dal 28 al 30 giugno scorsi.

Sondaggi politici: al Pd il 45%, bene Grillo e Salvini, male Forza Italia

Dunque il Partito Democratico, in caso di elezioni, avrebbe ben 4 punti percentuali in più rispetto alle recenti elezioni europee. Rispetto alle intenzioni di voto del sondaggio di un mese fa realizzato dallo stesso istituto, il dato si conferma su valori elevatissimi. Guadagnano due punti i grillini del M5S (dal 16 al 18%) rispetto al sondaggio di un mese fa, ma siamo al di sotto anche delle europee di fine maggio (21,1%). La recente ripresa è da attribuirsi alle intenzioni di Grillo di partecipare alla discussione su alcune riforme. Un punto in più per la Lega Nord (7% rispetto al 6% di giugno ed al 6,2 delle europee), mentre perde punti Forza Italia (15,5%, 16% a giugno, 16,8% alle europee).

Sondaggi politici: perde consenso Renzi, il Senato di nomina non piace

Perde colpi Renzi che nel precedente sondaggio si era attestato al 66% di gradimento. Attualmente è al 62%, un dato positivo ma nello stesso tempo preoccupante: i suoi due predecessori, Letta e Monti, a partire dal 5° mese avevano iniziato la loro parabola discendente con perdita di consenso (soprattutto Monti che all'ottavo mese aveva appena il 26% di gradimento).

Infine, nella riforma del Senato, gli intervistati hanno così risposto: per l'85% deve essere meno costoso, per l'80% deve essere ridotto almeno alla metà dei componenti e per il 66% deve essere elettivo. Addirittura, per il 65% degli intervistati, il Senato dovrebbe essere del tutto abolito.