Grillo si scatena contro le politiche migratorie della "porta sempre aperta" e accusa 40 casi di tbc passati sotto silenzio. Grillo ha affrontato nel suo blog la questione spinosa delle malattie infettive importate nel nostro paese dall'Africa: ebola, lebbra e tbc. Ma mentre l'ebola ha una incubazione di 21 giorni e la lebbra è curabile, non si può dire lo stesso per la Tbc per la quale non c'è vaccino, si trasmette per via aerea e la cura è lunghissima. Si legge nel blog "Qui per evitare il tabù del razzismo arriviamo alla situazione grottesca degli Stati africani che chiudono le frontiere tra loro per paura del diffondersi dell'ebola, che ha 21 giorni di incubazione, mentre noi le lasciamo spalancate senza fare alcun accertamento medico sui chi arriva da chissà dove nel nostro Paese".

L'allarme di Grillo nasce dalla notizia del contagio da Tbc di 40 poliziotti, una notizia, dice, caduta nel nulla. Ed ancora: "Vogliamo reimportarla, reimportiamola! Ma facciamolo alla luce del sole, informando la popolazione che alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi". Grillo ricorda anche che quando i nostri emigranti approdavano negli Stati Uniti, dovevano fare la quarantena, mentre noi in Italia accogliamo i barconi dei disperati senza nessun controllo e nessuna profilassi.

La Tbc - qualche dato

L'OMC ha stimato che nel 2007 nel mondo vi erano 13,7 milioni di casi attivi, nel 2010, 8,8 milioni con 1,45 milioni di decessi, soprattutto nei paesi del terzo mondo.

Secondo il Rapporto dell'OMC, Tuberculosis surveillance and monitoring in Europe 2013, la malattia si presenta in Europa in modo disomogeneo. Si passa da una incidenza di meno di 1 caso per 100.000 abitanti a oltre 200/100.000. Nel 2011 ne sono stati registrati 380.000 che rappresentano il 4,4% dei casi mondiali. Nel Rapporto del Ministero della Salute - La tubercolosi in Italia - Anno 2008 si legge che tra il 1955 e il 2006, il tasso medio di diminuzione annuale è stato del 6,1% (6,5% per i maschi contro il 5,6% delle femmine).

La letalità si è mantenuta sempre sopra il 50% (nel ventennio 1955-1975), per poi scendere al 9% nel 2006. A rischio gli anziani: la mortalità per tbc cresce al crescere dell'età. Dall'analisi dell'incidenza della malattia per macroaree geografiche, si è stato un leggero aumento nel 2008 nel Nord Italia, stabile al Centro, in diminuzione al Sud e Isole.

Dal 1999 al 2008, i casi di TBC registrati nelle persone presenti nel nostro paese ma nate all'estero sono stati il 36,5% del totale dei casi. Nel periodo considerato dal Ministero vi è stata una costante crescita di detto rapporto: si è passati dal 22% del 1999 al 46% del 2008 (2026 casi in cittadini stranieri contro i 2012 casi italiani). Per quanto riguarda la provenienza, si è avuta una prevalenza presso gli originari dell'Africa (35% dei casi segnalati nel decennio 1999-2008), sebbene nel detto arco di tempo si sia registrato un andamento decrescente. In aumento invece i casi delle persone provenienti dall'Europa. "Nel 2008, tra le nazionalità con maggior numero di casi di TBC spicca la Romania (505), seguita da Marocco, Senegal, Perù, Pakistan ed India".

Nel decennio esaminato, afferma il Rapporto del Ministero, i tassi di incidenza dei casi di Tbc sono stati stabili e inferiori ai 10 casi per 100.000 abitanti, valore che pone l'Italia al di sotto della soglia dei Paesi a bassa endemia.