Tiziano Renzi, padre del premier Matteo, è indagato dalla Procura di Genova per bancarotta fraudolentaL'avviso di garanzia si riferisce al fallimento della società di distribuzione di giornali e volantini pubblicitari Chil Post di cui Tiziano Renzi era titolare, ed è stato notificato tre giorni fa, quando il pm titolare dell'indagine, Marco Ayroldi, ha presentato richiesta di proroga delle indagini.

Storia di debiti e fallimenti

L'attenzione della procura genovese sulla Chil Post srl, viene sollevata in seguito al fallimento della stessa, dichiarato nel novembre 2013 dai nuovi proprietari genovesi che l'avevano rilevata dalla famiglia Renzi nel 2010.

Il passaggio della società, allora chiamata Chil srl e che era arrivata a fatturare 7 milioni di euro, avvenne nel 2010, dopo aver ceduto il suo ramo d'azienda ad un'altra società della famiglia, la Eventi 6 srl. La nuova Chil Post srl finisce per fallire ed i nuovi proprietari rivendicano un debito lasciato da Tiziano Renzi nei confronti del proprietario dei locali occupati dall'azienda e mai saldato. Da qui l'indagine della Procura di Genova, che intende fare chiarezza sulla sospetta cessione di ramo d'azienda che ha preceduto la vendita della società e su uscite di denaro non giustificate. La stessa accusa mossa al papà di Matteo Renzi, è rivolta ad altre due persone, a loro volta ex amministratori della società.

I rapporti di Renzi con Chil Post

La stessa società il cui fallimento è finito nel mirino degli inquirenti del capoluogo ligure, era già salita alla ribalta delle cronache per le polemiche dei mesi scorsi nate intorno ai rapporti tra il premier e l'azienda. Matteo Renzi, che era stato titolare della società dal 1999 al 2004 insieme alle sorelle Matilde e Benedetta, poco prima di essere eletto presidente della Provincia di Firenze aveva ceduto le sue quote per essere assunto come dirigente.

Una mossa che gliconsentì, ad elezione avvenuta, di ottenere il distacco per incarichi istituzionali, usufruendo del versamento di nove mesi di contributi figurativi. La vicenda giudiziaria della Chil Post, rischia ora di incrinare la posizione del premier, non tanto per il coinvolgimento del padre, quanto per essere una potenziale arma nelle mani della fronda interna del Partito Democratico, impegnata in questi giorni a contrastare le iniziative del premier sul lavoro e, guarda caso, sulla giustizia.

Il fatto che l'indagine della procura genovese sia partita diversi mesi fa, dovrebbe sgomberare il campo da ogni ipotesi di collegamento tra l'avviso di garanzia a Tiziano Renzi e le polemiche sulle ferie dei magistrati, ma chi vuole alzare polveroni si ritrova una ghiotta occasione servita su un piatto d'argento.