Le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria sono partite col piede sbagliato sin da sabato 25, poichè, non si sono presentati settanta presidenti di seggio e la maggior parte dei supplenti ha rifiutato l'incarico. IL caos è continuato durante le fasi di spoglio, per tutta la notte di domenica e la mattina di lunedì. A causa della stanchezza e dello stress, sia dei presidenti sia degli scrutatori, provati dal notevole ritardo nell'apertura dei seggi, le operazioni di scrutinio non si sono svolte nel migliore dei modi.

Il risultato dello spoglio è stato pessimo. Moltissime sono state le preferenze valide non assegnate ai candidati e, di conseguenza, s'ipotizza uno stravolgimento dei risultati che, potrebbero portare al ribaltamento delle previsioni. Molti elettori e altrettanti rappresentanti di lista, sono disposti a testimoniare anche sotto giuramento che i risultati pubblicati dall'Ufficio elettorale del comune non corrispondono a quelli reali. Sarà sicuramente complessa la verifica per ristabilire la corretta assegnazione dei voti ai candidati e soprattutto l'assegnazione dei seggi alle varie liste. Già questa mattina, il candidato alla carica di sindaco Paolo Ferrara, non eletto ma protagonista di un ottimo risultato con la sua lista "Liberi di Ricominciare" che lo vede oltre la percentuale di sbarramento del 3%, sostiene di dover occupare il seggio riservato ai candidati a sindaco non eletti; cosa che, dal punto di vista dell'Ufficio elettorale, non sarebbe possibile, perché anche la lista deve superare lo sbarramento.

A tal proposito, la corretta trascrizione delle preferenze e dei voti di lista, farebbe svanire ogni dubbio interpretativo sull'assegnazione del seggio, reclamato da Paolo Ferrara.

Ovviamente, non sembra essere messa in dubbio al momento, l'elezione al primo turno del sindaco Pidiessino, Giuseppe Falcomatà. Però, dopo l'avvenuta verifica dei voti da parte dell'Ufficio elettorale centrale e la corretta assegnazione delle preferenze, è probabile che il PD debba rinunciare a qualche consigliere.