Nel Partito Democratico non c'è più spazio per tornare indietro, ovverosia per il controllo da parte della ex classe dirigente. Questo è quanto ha fatto capire a chiare lettere il Presidente Matteo Renzi durante l'intervento alla Leopolda di Firenze. Il discorso del Premier è stato chiaro, ed in linea con quanto messo in risalto nelle scorse settimane, nonostante la Cgil abbia portato in piazza 1 milione di persone minacciando lo sciopero generale. Matteo Renzi ha difeso la scelta relativa all'abolizione dell'articolo 18 ricordando anche come in un mondo che cambia oramai l'idea del posto fisso non c'è più.

E' inutile quindi aggrapparsi all'articolo 18 quando invece l'Italia deve proseguire sulla strada delle riforme che si devono fare 'perché c'è una guerra contro chi non crede che l'Italia ce la farà'. Insomma, per il Premier Renzi non c'è spazio per gli ex dirigenti del PD e neanche per i gufi nonostante le misure della Legge di Stabilità. Il leader del PD ha ricordato infatti come la 'Finanziaria 2015' presenti una riduzione di tasse senza precedenti, e come 'si sentano tante menzogne nei confronti del nostro presidente della Repubblica'. Matteo Renzi alla Leopolda di Firenze è tornato infatti a difendere il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aggiugendo che 'sia doveroso che l'Italia per bene faccia sentire tutto l'affetto'.

E se il Premier, riferendosi alla vecchia dirigenza del PD, ha parlato di 'partito dei reduci', l'ala più a sinistra del Partito Democratico non ne vuole sapere di uniformarsi alla linea di Matteo Renzi e di coloro che lo appoggiano. E' il caso di D'Attorre, deputato vicino a Bersani, che anzi ha rilanciato all'interno del partito l'azione di chi crede che le politiche di Matteo Renzi siano sbagliate, e che ha non a caso aggiunto che 'la battaglia politica riprende con maggiore energia'.

Nelle ultime ore, tra l'altro, anche l'ex Premier Silvio Berlusconi ha preso le distanze dalla Legge di Stabilità in ragione di misure che vanno ulteriormente a penalizzare i cittadini a partire dall'inasprimento della tassazione sulla previdenza privata e complementare.