Renzi decide di accelerare sulla riforma della legge elettorale a costo di rompere col patto del nazareno. L'accordo con Berlusconi per una legge elettorale che mantenga per il cavaliere il diritto di scegliersi i rappresentanti rischia seriamente di saltare, come nei sibillini messaggi della Boschi si può interpretare: non si può aspettare Fi, dice la deputata.

I punti di scontro

Uno dei principali argomenti sul tavolo dell'accordo noto come patto del nazareno riguarda il premio da assegnare alla lista. Attualmente la situazione dell'Italicum prevede che scatti un bonus in caso di superamento del 37% di preferenze.

La coalizione avrebbe così questo premio, fermo restando che si vada al ballottaggio nel caso la soglia non fosse raggiunta, relativamente alle due maggiori colazioni. Il pd traccia un solco con Fi allorquando si va a vedere dove vorrebbe che scattasse il premio, ossia alla coalizione piuttosto che alla lista. Il cavaliere non desidera più le coalizioni e gradirebbe infatti che il premio andasse alla lista. Il rischio potrebbe essere quello di confinare il centrodestra all'opposizione, contrariamente ai suoi disegni di tornare protagonista della formazione di governo.

Il segnale della Consulta

L'esito delle votazioni della Consulta con l'appoggio dei 5 stelle lascia intravedere le prime crepe dell'accordo con Fi.

Renzi comincia seriamente a prendere in considerazione l'idea di fare accordi con partiti minori abbassando le soglie fino al 3% in modo tale da coinvolgere anche la Lega nei disegni di future coalizioni. Chiaramente il premier preferisce fare accordi con chi ha margini superiori come Fi o il M5S che viaggiano su percentuali del 20% circa, ma l'attendismo del partito del cavaliere viene visto dal Pd come una cambiale la cui scadenza non si può attendere ulteriormente, pagandone un costo elevato alla minoranza "civatiana" che preme in direzioni opposte.

Elezioni in primavera

Il ritardo di Fi è il risultato di litigi interni al partito, circostanza che fa dire al deputato 5 stelle Luigi Di Maio che si può andare anche ad elezioni anticipate. Dal Colle intanto filtra la notizia che Napolitano ci starebbe ripensando alle dimissioni. Il momento attuale della politica italiana tocca il picco più alto di una crisi figlia dell'ostinazione a mantenere vecchi privilegi e stantii status quo nei quali il popolo perde ogni giorno speranze di trovare una via d'uscita dal degrado economico e sociale. La probabilità che salti l'Italicum e si vada a votare con la vecchia legge elettorale registra un'impennata.