Gli ultimi Sondaggi politici sulle Elezioni regionali 2015, vedono una frenata del Pd, ed inoltre una recente indagine dell'Istituto Ipsos, guidato da Davide Paglionacelli, dimostra come l'indice di fiducia sull'operato del premier sia calato sensibilmente soprattutto tra l'elettorato dello stesso centrosinistra. Alla domanda inerente sull'operato di questi 14 mesi dei Governo, le rilevazioni infatti dicono che il 64% dell'elettorato generalista dà un giudizio molto negativo, cioè al di sotto delle aspettative. Mentre per quanto riguarda lo stesso elettorato del PD la platea resta molto spaccata, il 52% dà un giudizio negativo, mentre il 46% dà un giudizio positivo.

Tali numeri, però non possono essere assolutamente letti come una certezza di sconfitta da parte di Renzi. Infatti, anche se la fiducia nei suoi confronti è molto diminuita rispetto ai dati riportati all'inizio del mandato, il calo della partecipazione potrebbe giocare ancora a favore del Premier in carica come è successo nelle scorse amministrative. A pagare l'incertezza dell'elettorato deluso infatti saranno soprattutto il Movimento 5 Stelle che punta molto sul voto d'opinione e Forza Italia che registra un forte distacco dal suo elettorato momentaneo che per ora preferisce non votare.

Ultimi sondaggi sulle regionali 2015: i dati IPSOS e le possibili contromosse di Renzi

Gli ultimi sondaggi politici sulle elezioni regionali 2015 danno le seguenti rivelazioni:

  • Partito democratico 36,9% (ancora in calo dello 0,7)
  • Movimento 5 Stelle 20% (+1%)
  • Lega Nord 13,3 (stabile)
  • Forza Italia 12,9%

Visti i trend degli ultimi sondaggi politici sulle regionali Renzi però potrebbe decidere di affrettare le mosse.

Le vicende delle tangenti della Coperativa Concordia e i ritardi sull'Expo, che potrebbero esplodere in un grande scandalo se i lavori non venissero completati entro il 1 maggio, rischiano di portargli via molto consenso, e per affrettare i tempi e fermare il declino il Premier potrebbe pensare ad anticipare le elezioni. Il pretesto per tornare alle urne potrebbe essere quello di uno strappo (finto o vero) con la minoranza del PD sulla legge elettorale.