Si scoprono le carte in tavola nella vicenda del crac della casa di cura Divina Provvidenza, per il quale il senatore Antonio Azzolini è indagato, con le rispettive prese di posizione delle varie parti politiche, divise tra quelle intenzionate a votare per l'arresto, e quelle "amiche", che adducendo alle giustificazioni più varie, a volte al limite del ridicolo, tentano di sottrarre il loro collega dalle maglie della giustizia, spesso troppo larghe quando a caderci in mezzo, sono i politici. C'è chi chiede nuovi approfondimenti, chi afferma che la documentazione va ancora valutata e chi, fuori dal coro, si dichiara favorevole a votare per l'arresto.

Audizione del senatore Azzolini davanti alla giunta per le immunità del Senato

Quello che sembrava un percorso già segnato, si ritrova a essere ancora tutto da decidere, principalmente perché il senatore del Ncd Azzolini non ha presentato nessuna memoria difensiva alla giunta per le immunità del Senato, limitandosi a inoltrare una semplice lettera informativa asserendo che il pm Antonio Savasta, titolare dell'inchiesta che lo vede indagato, sarebbe in conflitto d'interessi in quanto, avendo suo fratello ricoperto un ruolo all'interno dell'istituto di suore che gestiscono la casa di cura Divina Provvidenza, avrebbe buoni motivi per indagarlo.

Le prese di posizione dei membri della giunta di area Pd

Unita, o quasi la posizione del Pd, intento a evitare l'arresto di un membro della maggioranza.

Stefania Pezzopane, che capitanava il fronte dei favorevoli alla decadenza di Silvio Berlusconi, asserisce che necessita altri approfondimenti sul caso prima di decidere, per verificare se nella vicenda c'è stato "fumus persecutionis", dichiarando di aver richiesto altra documentazione per esprimere un parere definitivo. Per la senatrice Pd Stefania Pezzopane invece, è necessario valutare in coscienza senza prendere posizioni politiche, aggiungendo di aver trovato il sen.

Azzolini molto scosso da questa vicenda. In linea con la Pezzopane anche il senatore emiliano Giorgio Pagliari, che si è limitato a dire che Azzolini ha presentato altri elementi per la valutazione del caso e che adesso devono essere valutati con serenità.

Felice Casson invece, fresco di sconfitta alle recenti elezioni, battuto dallo sfidante Luigi Brugnano al ballottaggio, è di parere diametralmente opposto, affermando di aver visionato attentamente gli incartamenti senza aver ravvisato fumus persecutionis, al contrario, valutando l'ordinanza molto ben fatta e corretta sul piano legislativo.

Secondo il quotidiano "Il Fatto Quotidiano", quando gli è chiesto se all'interno del Partito democratico ci sono indecisioni, il senatore risponde che da parte sua di sicuro no, da parte del partito invece risponde con un dubbioso"non so". La presa di posizione all'interno del Pd è sicuramente vincolata al fatto di dover tenere unita la maggioranza, della quale Azzolini ne è membro.

La posizione delle altre parti politiche

Sicuramente diretta a salvare gli interessi è la posizione del Ncd di Angelino Alfano, che per bocca del suo rappresentante in giunta Carlo Giovanardi asserisce che il senatore Azzolini ha smantellato una per una le accuse nei suoi confronti, e che è sicuramente evidente la volontà di persecuzione.

Molto chiara invece la posizione del M5S, rappresentato da Mario Michele Giarroso, secondo il quale all'audizione l'interessato si è comportato molto male, sottraendosi alle domande e assumendo un comportamento evasivo. La prossima seduta della giunta è prevista per martedi 23, dove sicuramente assisteremo ad altri colpi di scena, in questa politica dalla quale è ormai possibile aspettarsi di tutto.