E' ormai polemica aperta tra i governatori delle regioni del Nord appartenenti al centrodestra e il governo.

Con Maroni, che ha minacciato di tagliare i fondi ai sindaci della Lombardia in caso di accoglienza di altri migranti, si sono allineati gli altri due governatori del centrodestra Zaia e Toti e anche Salvini, che ha proposto di occupare le prefetture per protesta.

A questi ha replicato il premier Renzi che, in sostanza, ha detto che la querelle è in sospeso da troppi anni e che quelli che ora protestano sono gli stessi che hanno ideato l'attuale metodo di accoglienza.

Il premier ha aggiunto che l'Europa è, oggi, maggiormente coinvolta nella annosa e difficile vicenda dei migranti e che saranno concessi incentivi a tutti i comuni che si proporranno di gestire l'accoglienza.

Nel frattempo il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha fatto sapere che si atterrà alle direttive governative e ogni sua azione rispetterà i criteri generali.

Intanto è iniziata la redistribuzione verso il Nord

E' già in atto, intanto, il nuovo piano di ripartizione dei profughi nelle varie regioni italiane: Lombardia e Veneto ne ospiteranno rispettivamente altri 450 e 625, mentre la Liguria ne avrà 150 in più e la Valle D'Aosta 100 in più.

Il Viminale ha ripartito le presenze in più in base alle caratteristiche delle varie regioni: quelle più grandi e popolose riceveranno le quote maggiori.

Fino ad oggi la Sicilia ospitava ben il 22% dei profughi sbarcati nel nostro Paese.

La nuova ripartizione non è un piano di emergenza, ma vi è la ben chiara consapevolezza che se le partenze dalla Libia non verranno diminuite ci vorranno ben altre distribuzioni a livello nazionale.

Lo spettro dei campi profughi

Proseguono, intanto, i tentativi da parte delle Nazioni Unite di favorire un processo di pacificazione in Libia con la creazione di un governo nazionale.

Ma questo processo, con i tagliagole dell'Isis sempre in agguato, potrebbe durare molto tempo, e, di conseguenza, l'esodo dei migranti potrebbe raggiungere proporzioni bibliche (i calcoli prevedono circa mezzo milione di persone in partenza).

Le autorità dell'Ue sperano di non essere costrette a dover ricorrere, in futuro, a dei veri e propri campi profughi, in Italia e in altre parti d'Europa.