Matteo Renzi mette il freno a mano sulla riforma della Scuola? L'assemblea di ieri sera dei senatori del Partito Democratico imperniata sulla Buona Scuola ha visto la minoranza dem alzare la cresta, ben consapevole dell'indebolimento del premier dopo il risultato delle elezioni regionali. Già in precedenza, al termine di vertice straordinario tra Bersani, Speranza e i senatori della sinistra si era deciso di non piegare la testa e di non lasciarsi condizionare dalle politiche del governo.

Poi, ieri sera, l'offensiva vera e propria, guidata da Miguel Gotor e Walter Tocci che hanno fissato le inderogabili condizioni: primo, stralciare dalla riforma l'assunzione dei 100 mila precari, approvandola invece usando una corsia preferenziale; secondo, rimandare la riforma, prendersi più tempo per aggiustarla e votarla prima dell'estate

DDL Scuola in Senato: Renzi 'Non facciamo le corse'

Segnali di frenata non arrivano soltanto dalla minoranza dem ma anche (è questa è una vera sorpresa) dal fronte renziano vero e proprio.

Roberto Ruta, insegnante, confessa di avere difficoltà a votare questa legge: nonostante il governo abbia deciso di impiegare più risorse per la scuola, sono scesi in piazza 600.000 docenti e un motivo (aggiungiamo noi, anche più di uno...) ci sarà.

Ecco perchè Matteo Renzi ci vuole andare con i piedi di piombo: di mezzo, anche se il premier non lo può dire, c'è la sua poltrona da Presidente del Consiglio: 'Noi non vogliamo rinviare, ma non è nemmeno il caso di fare le corse. - ribadisce Renzi - Vogliamo un dibattito serio, se servono tre settimane in più, ce le prenderemo...'

Riforma Scuola in Senato: i numeri e la situazione attuale

Quali sarebbero ora i margini per l'approvazione della riforma Buona Scuola in Senato?

La maggioranza è fissata a 161 voti e attualmente l'area del governo potrebbe contare sul voto di 175 senatori. Il margine a favore, dunque, sarebbe quello di 14 senatori. Una maggioranza che, però, appare molto risicata per via di numerosi fattori politici dell'ultim'ora che potrebbero affossare il disegno di legge. Probabilmente, Matteo Renzi si è fatto quattro calcoli ed ha pensato bene di far calmare le acque, confidando nella 'quiete dopo la tempesta': in questo momento, però, il suo motto sembrerebbe essere quello di una famosa canzone 'Che fretta c'era?...maledetta primavera....'