Pare essere la somma di più fattori il responso emerso dagli ultimi sondaggi politici aggiornati ad oggi 11 giugno. Il M5S di Beppe Grillo potrebbe diventare il primo partito del paese data l'enorme quantità di punti percentuali rosicchiata al PD di Renzi, ancora in testa certo ma non più in posizione di supremazia. A contribuire alla nascita di questo status quo più fattori a cominciare dal risultato delle Elezioni Regionali per arrivare alla spaccatura interna al PD (la minoranza dem guadagna sempre più terreno) e allo scandalo di Mafia Capitale che sta andando a toccare plurimi esponenti delle alte sfere politiche.

Quello relativo all'inchiesta sul sistema di corruzione che da Roma si espandeva a macchia d'olio in tutta Italia potrebbe essere stato il vero colpo del KO per l'immagine di un premier, Renzi, che appena un anno fa rottamava e che oggi rischia di essere rottamato. Che possa essere un ex comico prestato alla politica a fargli le scarpe non fa che aumentare i rimpianti per quella che ad oggi sembra un'occasione persa.

Proiezioni e ultimi sondaggi politici oggi 11 giugno: il M5S può diventare il primo partito, Renzi in rovina, ecco cosa pensano gli italiani

A lanciare la bomba sono state le rilevazioni statistiche prodotte dall'istituto IPSOS, stando al quale la distanza che separa il M5S di Beppe Grillo dal PD di Renzi è ormai inferiore agli 8 punti percentuali. Gli ultimi Sondaggi politici aggiornati ad oggi 11 giugno parlano infatti di un meno 7,3%, con il PD fermo a quota 32% (10 punti in meno delle Europee e meno 3% rispetto ad aprile) e il M5S passato invece al 25%, massimo storico per i pentastellati in merito alle rilevazioni post Europee. Buono anche il risultato della Lega Nord di Salvini, che sale al 14,8% in rialzo dello 0,8%. I numeri insomma paiono inequivocabili: il Premier paga sicuramente lo scotto di un provvedimento di riassetto della scuola fatto male (e che rischia per giunta di saltare) e di una riforma della previdenza che al momento non sembra avere né capo né coda, ma adesso è costretto a difendersi anche dal ciclone Mafia Capitale. In questo caso ci vengono in soccorso gli ultimi sondaggi condotti da Euromedia e trasmessi durante il programma Ballarò: interpellati sul fatto che Ignazio Marino dovesse o meno dimettersi, gli italiani hanno risposto si per il 62% e no per il 24%, sintomo evidente della volontà di vedere acquisita anche qui in Italia la pratica di presentare le dimissioni qualora la propria integrità venga messa in discussione. Ma di chi è la responsabilità del deflagrare di Mafia Capitale? Per il 67% è colpa dei sindaci degli ultimi 20 anni (Veltroni e Rutelli in primis), per il 16% è di Alemanno, per l'8 è di Marino. La sostanza comunque non cambia. Se Renzi non vuole perdere lo scettro di leader del paese deve cambiare rotta. E alla svelta anche.