Non c'è pace per il centro-destra italiano che sembra essere sempre più frammentato e diviso, nonostante i risultati elettorali deludenti del Partito democratico alle ultime elezioni amministrative, potessero far pensare ad una riscossa dei moderati e di Forza Italia in particolare che in Parlamento, soprattutto al Senato dove i numeri sono molto risicati per la maggioranza continua a perdere pezzi.
Dopo gli addii degli storici collaboratori come Fabrizio Cicchitto, Sandro Bondi e Paolo Bonaiuti passati con il Nuovo Centro Destra del ministro dell'Interno Angelino Alfano, e dell'ex ministro Raffaele Fitto che ha fondato un suo movimento, questa volta ad abbandonare la nave è Denis Verdini uomo di riferimento del partito in Toscana e fiorentino come il premier Matteo Renzi. Il senatore ha incontrato ieri l'ex premier è ha ribadito la sua intenzione di lasciare il partito in quanto in disaccordo con il metodo seguito nella gestione dello stesso e soprattutto per la fine della collaborazione con il governo su temi importanti come riforme costituzionali e legge elettorale.
Pronto un nuovo gruppo in Senato
Il senatore Verdini a quanto sembra non sarà il solo a lasciare il partito, e dovrebbe essere seguito da altri colleghi per dare vita ad un nuovo gruppo parlamentare. Secondo il regolamento di Palazzo Madama ci vogliono almeno 10 senatori per formare un gruppo e dunque oltre Verdini almeno altri 9 componenti il gruppo di Forza Italia dovrebbero seguirlo nella nuova avventura. Scorrendo i dati parlamentari quello del presidente Silvio Berlusconi è stato il gruppo che più di tutti ha subito modifiche dall'inizio della legislatura. Dopo le elezioni del febbraio 2013, l'allora Popolo della Libertà aveva eletto 91 senatori, diventati 60 con la scissione del partito per opera di Alfano e ridotti a 48 dopo l'addio di Raffaele Fitto che ha sottratto all'ex Cavaliere ben 12 senatori.
Avvicinamento alla maggioranza?
La mossa di Verdini oltre a modificare i numeri in Senato, mette in allarme anche la maggioranza ed in particolare la minoranza del Pd, che non vuole in alcun modo l'ingresso di Verdini e dei suoi uomini tra gli alleati. Ai loro occhi il senatore toscano è visto come colui che in tutti i modi ha favorito la stipula del famoso "Patto del Nazareno" con cui Berlusconi e Renzi si accordarono per una nuova stagione politica e a cui seguì dopo poche settimane l'arrivo dell'ex sindaco di Firenze a Palazzo Chigi al posto di Enrico Letta.