Il mandato dell'assessore al Turismo e alla Cultura della regione Puglia è durato appena quattro mesi. Gianni Liviano, come ha scritto la Repubblica Bari, avrebbe favorito un suo amico, finanziatore della campagna elettorale, in un appalto per 39.000 euro. La gara era relativa all'organizzazione dell'evento Gli Stati Generali della Cultura, seminari itineranti in Puglia. L'assessore Liviano, dopo l'articolo, ha presentato le dimissioni ma nessuno dei suoi simpatizzanti e sostenitori immaginava che il presidente Michele Emiliano le avrebbe accettate.

Liviano, molto attivo sui social, ha postato un'amara considerazione:"Mi hanno colpito nell'unica vera ricchezza che ho, l'onestà"

Ha inoltre pubblicato la documentazione della procedura amministrativa che risulta essere legittima e legale. Le imprese selezionate sono state tre e solo quella dell'amico di Gianni Liviano si è fatta avanti: 39.000 euro non sono una cifra appetibile. L'ormai ex assessore si è mosso subito con entusiamo dopo la nomina, il suo è un percorso maturato con la partecipazione cittadina e con l'elaborazione di programmi bene articolati. Ha ottenuto che gli Ori di Taranto, pochi esemplari per ragioni di sicurezza e di marketing, fossero presenti all'Expo in tutta la loro magnificenza.

Si è impegnato per la conservazione del Liceo musicale Paisiello a Taranto. Chi ha sostenuto per anni Liviano, è convinto che l'accettazione delle dimissioni dimostri il fastidio provato dall'intellighenzia barese rispetto a questa nuova posizione del territorio tarantino, che è stato messo sempre in secondo piano, diremmo anche in soffitta.

Il presidente della Regione Michele Emiliano ha, come dicevamo, accettato senza indugio la decisione dello sfortunato Liviano, nominando al suo posto Loredana Capone, persona a lui molto vicina, già nella sua squadra quando era sindaco di Bari. Oggi Gianni Liviano è una persona ferita, sofferente. Il suo gesto è stato istintivo e forse anche dettato dall'indignazione perchè, come ha scritto, l'onestà è la cosa per lui più importante.

Dal canto suo Emiliano ha twittato che non bisogna prendersela con i giornalisti, fanno il loro mestiere, meglio stare zitti e riflettere. Avrà pensato la stessa cosa nel 2012 quando era sindaco di Bari? Titoli cubitali denunciavano che aveva accettato pesce e champagne dagli imprenditori De Gennaro, indagati per gli appalti sulle grandi opere del territorio barese. Uno dei fratelli, Gerardo, era anche consigliere regionale del PD. "Ho sbagliato - disse - forse avrei dovuto restituire la roba. Chiedo scusa alla città ma rimango al mio posto". In quel caso si trattava di contiguità con un cartello che gestiva gli appalti, i fatti di oggi sembrano estremamente diversi.