Tra Ignazio Marino ed il Partito Democratico e scontro aperto: in seguito alle vicende che lo avevano travolto, il primo cittadino di Roma aveva dato le dimissioni, ma ora le ha ritirate, stupendo tutti. Marino vuole uno scontro, a suo dire, leale, viso a viso insomma. mentre molti deputati, non in linea con il suo pensiero, lasciano i loro mandati. A partire da Sabella è un uscire continuo dal proprio ruolo di deputato, basiti dalla decisioni di Marino di restare in molti si dissociano.
La Sinistra Ecologica Libertà afferma che questo è un grande affronto verso il Premier Matteo Renzi e verso il governo.
Marino non si ritira più
Al Campidoglio c'è una forte aria di scontro: Marino ha ritirato le dimissioni. In seguito alle vicende che lo avevano travolto, nelle quali egli risultava avere agito in maniera poco chiara in merito ad addebiti di pranzi e cene, con scontrini di dubbia entità, egli, il 12 ottobre, aveva dato le dimissioni. Marino aveva però, per legge, 20 giorni per ripensarci. Ed a quanto pare l'ha fatto. La sua mossa è stata vista come una sfida, persino il suo partito li ha ritirato la fiducia, da diversi giorni ad onore di cronaca.
Direttamente da il Fatto Quotidiano, le parole di Marino sono state le seguenti : "Alla presidente del consiglio Comunale Valeria Baglio esprimerò la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell’aula Giulio Cesare”. “Ritengo – ha aggiunto – che ci sia un luogo sacro per la democrazia che è l’aula, un consiglio comunale e io sono pronto a confrontarmi con la mia maggioranza per illustrare quanto fatto: le cose positive, gli errori e la visione per il futuro". La decisione del primo cittadino di Roma avviene proprio nel medesimo momento in cui Matteo Orfini ha chiesto di rimettere il mandato al fine di mettere fine all'Assemblea capitolina e , quindi, a Ignazio Marino stesso.
Che strada seguire per mettere fine a tutto?
Per spodestare Marino non bastano i 19 consigliere Pd che si sono riuniti per cercare una via d'uscita, ma servono ben 25 rappresentanti: sarebbe necessario che si aggiungessero anche esponenti dell'opposizione. Il Movimento Cinque Stelle aveva dato al sua firma per mettere fine al mandato di marino, ma Valeria Bardoglio, Presidente dell'Assemblea capitolina, ha fatto sapere che ciò non è sufficiente: servono infatti i due quinti di 48 per potere avere il numero necessario di appartenenti ai partiti politici che si schierano contro Marino. In questa serata, una giunta convocata proprio dallo stesso Ignazio Marino, assisterà ad un discorso, nel quale egli stesso chiarirà la sua posizione.
Molti li hanno già tolto il loro appoggio: l’assessore uscente alla Legalità Alfonso Sabella, si è addirittura dimesso, ma danno le dimissioni anche l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito, il vicesindaco Marco Causi e l’assessore al Turismo Luigina Di Liegro, l’assessore all’Istruzione ed ex sottosegretario Marco Rossi Doria. Si dissoceranno presto anche gli assessori ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci e alla Cultura Giovanni Marinelli. L'opposizione si scatena: chissà cosa accadrà ora? Marino riuscirà a trovare appoggi o rimarrà solo e sarà costretto comunque ad abbandonare la propria carica?