Sono tre i filoni d'inchiesta che stanno portando in queste ore i pm di Potenza a Roma sulla questione "petrolio in Basilicata" e che, secondo alcune agenzie, potrebbero audire oggi stesso anche la ministra Maria Elena Boschi, leader nel Partito Democratico, e la ex-ministra Federica Guidi come persone informate sui fatti. Da una parte il centro oli della Total di "Tempa Rossa", a Corleto Perticara (Potenza), che vede già un arresto e ventitré indagati.

I pm ipotizzano "illeciti nell'iter che ha portato all'autorizzazione del giacimento" e hanno presentato ricorso contro la decisione del gip che ha impedito l'arresto del compagno della Guidi, Gianluca Gemelli. C'è poi il filone parallelo relativo all'impianto ENI di Viggiano dove le ipotesi di reato sono "illeciti nella gestione dei rifiuti" e "sforamento dei limiti nelle emessioni": in questo caso 37 gli indagati e 5 persone sono già agli arresti domiciliari.

Boschi, i pm: "la sentiremo come persona informata sui fatti"

Se dal punto di vista politico il caso di "Tempa Rossa" sta già creando non pochi grattacapi al Governo, il terzo filone d'inchiesta potrebbe essere ancora più sconvolgente, essendoci già un indagato eccellente, il Capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi: l'accusa dei pm è di associazione per delinquere e traffico di influenze (o, conflitto d'interessi).

Rimanendo sulla Boschi, ieri il Presidente del Consiglio, sempre più incalzato su più fronti, intervenendo a "In 1/2 ora", ne ha difeso l'operato. Anzi, si è esposto rivendicando la paternità dell'emendamento: Matteo Renzi di fatto, sta facendo da scudo umano a Maria Elena Boschi. Ma basterà? In realtà le opposizioni, Movimento 5 Stelle in testa, si stanno affannando per presentare una mozione di sfiducia all'intero Governo, Renzi incluso, dunque. Le ragioni risiedono nel fatto che il famigerato emendamento sia stato presentato per ben due volte prima che la Boschi lo incardinasse nell'ultima "Stabilità": una volta fu fatto ritirare da Ermete Realacci, del Pd, ex presidente di Legambiente. La seconda volta dal Movimento 5 Stelle che ne rivelò la pericolosità in Senato.

Maria Elena Boschi ne ha consentito l'inserimento che ha infine portato alla sua approvazione. E' evidente che se i pm ritengono di aver scovato illeciti nell'iter autorizzativo né la Boschi, né il Governo nel suo insieme, potranno cavarsela con la semplice destituzione della Guidi. Clicka in alto su "Segui" per rimanere aggiornato sugli sviluppi dell'inchiesta.