Come sappiamo già da ieri, il sindaco di Livorno del M5S Filippo Nogarin ha ricevuto un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di concorso in bancarotta fraudolenta, a conseguenzadell'indagine in corso. La doccia freddaè arrivata qualche giorno dopo l'avviso di garanziaconsegnatoanche all’ assessore Gianni Lemmetti (sempre del M5S) e dall’ex sindaco Alessandro Cosimi del Partito democratico. Sappiamo che l'intera vicenda ha preso spunto proprio da un'azione voluta dai pentastellati,avvenuta con la consegna dei libri contabili in tribunale,eche ha finito di coinvolgereinevitabilmente anche il sindaco Nogarin riguardo la società Aamps, legata allaraccolta di rifiuti partecipata al 100% dal comune di Livorno.
Questione di numeri e bilanci in rosso
L’Aamps da bilancio ha chiuso il 2014 con un rosso di 21 milioni,incassi mai ricevuti derivanti dallatariffa sui rifiuti. L’inchiesta è ancora in corso e vede la Procura di Livorno indagare fino a questo momento11 persone, per conti bilanci e movimenti che riguardano glianni dal 2012 al 2016, con ipotesi di reato diverse, quindi una situazione ereditata da tempo già dal centro sinistra, un malessere di cattiva gestione che non si è riuscito o voluto risolvere. Tra i reati contestati si parla di bancarotta e abuso d'ufficio, anche per la vicenda legata all'assunzione di 33 lavoratori precari della stessa società Aamps alla fine del 2016, quando l'azienda era già rosso, da non poter permettere l'assunzione dinessun dipendente.
Attacco Pd
Il partito democratico non ha perso l'occasione e ha restituito subito il favore, accusando il M5S di doppia morale. “Garantisti con loro e giustizialisti con gli altri”, ha sentenziato il ministro Maria Elena Boschi. L’avviso di garanzia è senza dubbio una macchia per il movimento che arriva proprio in un momento cruciale, dove gli scandali politicisembravano fossero ad appannaggio, come una sorta di esclusiva per soli membridel Pd.
Ora ad un mese dalle elezioni, questa battuta di arresto sulla strada della legalità e dell'onestà sarà una sorta di tallone di Achille, che gli avversari politici cercheranno di sfruttare al meglio. Una spina nel fianco che colpisce il movimento, nel periodo forse più difficile, dopo il cambio al vertice avvenuto a causa della prematura scomparsa di Roberto Casaleggio.