Dopo il trionfale "Super Tuesday" del 26 aprile, Donald Trump trionfa anche in Indiana. La nomination è davvero ad un passo per il miliardario newyorkese, tant'è che Ted Cruz ha annunciato pubblicamente la sua resa. Ed a questo punto, con una manciata di delegati ancora da raccogliere per avere la maggioranza assoluta alla convention di luglio, il Partito Repubblicano si dovrà "rassegnare" a correre con Trump per la presidenza degli Stati Uniti. Sul fronte Democratico il voto dell'Indiana premia Bernie Sanders che ha il merito di rallentare la corsa di Hillary Clinton ma anche in questo caso la nomination resta a portata di mano per l'ex first lady.

Il trionfo di Trump, l'amarezza di Cruz

"The Donald" ha ottenuto il 52,2 per cento dei consensi, Cruz si è fermato al 36,7. Il terzo candidato, John Kasich, totalizza il 7,6 per cento. Prima del 26 aprile, cifre alla mano, si riteneva improbabile la possibilità che Trump raggiungesse quota 1.237 delegati necessari per la candidatura. Non ci si attendeva il plebiscito di ben sei Stati, compreso l'Indiana, che gli hanno dato uno slancio definitivo. Allo stato attuale Donald Trump conta 1.048 delegati, mancano all'appello in 189 che potranno essere facilmente ottenuti da qui al 7 giugno, quando si concluderanno le primarie repubblicane. "Abbiamo dato tutto - ha detto Ted Cruz alla platea dei suoi sostenitori - ma gli elettori hanno scelto un'altra strada.

Con il cuore pesante ma con ottimismo per il futuro del nostro Paese, abbiamo deciso di sospendere la nostra campagna". Equivale ad una resa senza condizioni e non vorremmo essere nei panni di Reince Priebus, il presidente della Commissione nazionale repubblicana, che vede franare i suoi progetti di fermare Trump proponendo la famosa "terza via" alla convention di luglio.

Sarà "costretto" ad avallare la candidatura di Trump che, comunque vadano le cose alle presidenziali di novembre, ha comunque vinto un'incredibile battaglia contro i vertici del suo stesso partito e lo ha fattograzie al consenso degli elettori.

Sanders non si arrende

Il caro vecchio, vecchio ed abusato adagio, "comunque vada sarà un successo", anima certamente il proseguo nella campagna elettorale di Bernie Sanders.

Non può battere Hillary Clinton, alla quale mancano appena 163 delegati per raggiungere la nomination democratica, ma si prende il lusso ancora di una volta di rallentare la corsa della rivale di partito. In Indiana è stato il più votato, ha ottenuto il 52,5 per cento dei consensi contro il 47,5 dell'ex segretario di Stato. Allo stato attuale può contare su 1.440 delegati contro i 2.220 della Clinton che "vede" quota 2.383, necessaria per la maggioranza assoluta.

Il 10 maggio si vota in Nebraska e West Virginia

Doppio appuntamento elettorale il prossimo 10 maggio. I Repubblicani andranno al voto per le primarie in due Stati, Nebraska e West Virginia. Per i Democratici si vota soltanto in West Virginia, mentre in Nebraska si sono già svolte le primarie lo scorso 5 marzo con la vittoria di Bernie Sanders.