I Ministri Maurizio Martina e Andrea Orlando posso gioire per aver fatto approvare la legge che renderà l’Italia un paese più civile e rispettoso delle persone e della loro dignità. Il fenomeno del caporalato negli ultimi anni è diventato sempre più dilagante. Una vera e propria piaga sociale, che riguarda soprattutto i settori dell’agricoltura e quello edilizio, in tutto il territorio nazionale.
Quali sono le novità di questa legge? L’inasprimento delle pene con il carcere che va da 1 a 6 anni e con una multa che oscilla dai 500 ai mille euro per ciascun lavoratore non messo in piena regola; la confisca dei beni, non solo per l’intermediario o caporale, ma anche per il datore di lavoro che non si cura della provenienza dei propri collaboratori. Saranno coinvolte direttamente oltre le amministrazioni locali anche quelle statali nella vigilanza e tutela delle condizioni dei lavoratori.
Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha dichiarato che da oggi in poi ci sarà una battaglia quotidiana sino all’estinzione totale di questa piaga. Anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, del Fai-Cisl, Luigi Sbarra e il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza, a voce univoca, hanno ritenuto all'unisono che questa legge è un passo in avanti per la lotta contro lo sfruttamento del lavoratore.
Si spera che questa legge non rimanga fine a sé stessa, e che venga davvero applicata. Questo fenomeno, che adesso viene combattuto a spada tratta, ha già mietuto troppe vittime, e tolto la dignità a troppe persone. Erano davvero strazianti le scene che abbiamo visto nelle varie trasmissioni televisive durante i periodi dei raccolti, quando migliaia di persone accettavano di venire sfruttate pur di sopravvivere. Gli operai agricoli lavoravano fino a 14 ore sotto il sole estivo, per poi riposare in alloggi di fortuna privi di tutti i servizi igienici essenziali. Il tutto per pochi spiccioli, perché oltre ad essere mal pagati e lavorare senza tutele, erano costretti anche a dividere il compenso con i caporali.