Delle parole vergognose che non dovrebbero mai esser pronunciate da una senatrice della Repubblica, quelle nel tweet di questa mattina da parte di Laura Puppato, senatrice Pd: "Referendum, in effetti a pensarci bene, c'è stata la fuga dei cervelli all'estero. Sarà per quello che solo all'estero ha vinto il #Si?"

Ha poi provato a chiedere scusa con un post su Facebook: "Ho recuperato in un tweet l'invito di Grillo a votare di pancia, per ironizzare sul fatto che all’estero i 'nostri cervelli' avessero prevalentemente votato per il Sì.

Mi spiace se qualcuno si è sentito offeso, ma dopo una campagna in cui si è dato sfogo ad ogni perversione, definendoci serial killer, despoti, analfabeti e traditori della patria, non mi aspettavo certo d'essere in un collegio di educande prive di qualsiasi ironia. Ricordo, tra l’altro, che la fuga dei cervelli esiste proprio grazie a chi ha governato negli anni passati, tutti partiti e movimenti schierati per il no."

Ma gli utenti non hanno reagito bene

Nei commenti leggiamo: "Lei ha insultato il 59,11% degli elettori e se pensa di averlo fatto in maniera ironica credo che sopravvaluti decisamente il suo senso dell'umorismo" scrive Gaia.

"Io ho votato no e non l'ho mai insultato non vedo perché lei debba denigrare e ridicolizzare con battute meschine il voto da me espresso in modo democratico.

Forse è meglio che incominci a trovarsi un lavoro onesto" scrive Nicola.

Diversi hanno anche chiesto le sue dimissioni: "Visto che con le tasse che verso le pago il lauto stipendio che percepisce, la invito a dimettersi per quello che ha detto" scrive Stefania.

Si sono espressi sulle parole della senatrice anche diversi politici, come il parlamentare del 5 Stelle Vito Crimi, che ha risposto: "Le parole della senatrice del Pd Laura Puppato sono vergognose.

E questi sarebbero i "democratici", per i quali è intelligente solo chi ha votato Si? Puppato chiedi scusa ai milioni di elettori che hai offeso."

Capiamo che una sconfitta come quella del referendum possa esser difficile da digerire, tuttavia un parlamentare dovrebbe esser in grado di commentare anche una sconfitta senza esser offensivi nei confronti dell'elettorato.